Un’evasione di oltre 33 milioni di euro, imposte evase per oltre 13 milioni di euro, un giro di fatture false di oltre 2,5 milioni di euro, indebite compensazioni d’imposta per oltre 8 milioni di euro e un riciclaggio di denaro sporco di oltre 3 milioni di euro. 

Questi i numeri dell’operazione ‘Nettoyage’, messa a segno dalla Guardia di Finanza di Isernia e coordinata dalla procura pentra, che ha portato all’arresto di Domenico Iuliano. L’imprenditore37enne di Fornelli è in carcere, mentre sono stati confinati ai domiciliari Domenico ‘Mimmo’ Cicchetti, imprenditore 54enne di Isernia e Giannino Giorgi, imprenditore romano di 58 anni. Infine, per Valter Antinucci, 60enne commercialista di Roma, è scattato il divieto di dimora nella capitale. Non solo. Nell’inchiesta figurano oltre dieci indagati, numero destinato a crescere, perché al momento sono al vaglio degli inquirenti le posizioni di altre persone.

I dettagli dell’operazione a seguito di una verifica fiscale nei confronti della Puliservice srl, società di pulizie a livello industriale, già con sede legale a Roma e sede amministrativa a Pozzilli, di cui Domenico Iuliano è stato legale rappresentante, operando in tutta Italia, anche per diversi enti pubblici.

Secondo la Procura, è l’imprenditore di Fornelli a rivestire un ruolo centrale nell’inchiesta. Sulla carta nullatenente, ma per gli inquirenti vero ‘dominus’. E’ lui, secondo gli investigatori, ad aver intessuto una rete di rapporti, organizzato operazioni societarie, tratto vantaggio da altrettante perdite per lo Stato, “senza remora alcuna – sottolineano gli inquirenti – senza indietreggiare a fronte dei primi controlli, anzi affinando, in modo ancora più ‘professionale’, la propria organizzazione criminosa”.

 Dall’inchiesta è emerso che il 37enne, nonostante fosse già stato ‘beccato’ in passato dalla Finanza, ha continuato imperterrito la propria ‘attività’, attraverso due società, “facendo ricorso al sistematico e spregiudicato sistema truffaldino, palesando una totale inadeguatezza nel fare impresa in maniera corretta e lecita, così alterando le regole del mercato e della concorrenza – è stato evidenziato in conferenza stampa – Per tale motivo, ha acquisito nuovi soggetti giuridici, stabilendo le sedi legali a Roma e le sedi operative nella vecchia sede di Pozzilli, e ha continuato a operare nell’ombra, senza rivestire alcuna carica formale, facendo ricorso a diverse ‘teste di legno’ quali rappresentanti legali delle proprie imprese – a cui impartiva rigide e ferree direttive – risultati essere personaggi di facciata, nullatenenti, operai, funzionali alla reiterazione dei reati e, comunque, a nuove programmazioni criminose”.

Nello specifico, si è scoperto che, servendosi della Puliservice, ha utilizzato fatture per operazioni inesistenti emesse dalla Euroservice, formalmente amministrata da E.M., anche lui indagato, per un importo di quasi 2 milioni di euro. Fatture riguardanti noleggi di attrezzature e prestazioni di manodopera effettuate, così come emerso dalla ricostruzione dei flussi finanziari transitati nei conti delle società e dei soggetti interessati e dalle dichiarazioni acquisite da persone terze. Inoltre, tramite una terza società, Iuliano ha continuato nelle evasioni di imposta e, di conseguenza, nella ‘ripulitura’ del denaro illecitamente accumulato. In tal modo, secondo la tesi della procura, ha indebitamente compensato debiti di imposta, contributi previdenziali e assistenziali dovuti, “mediante il ricorso sistematico a un inesistente credito di imposta per oltre 8 milioni di euro, proseguendo tale condotta fino al mese di giugno di quest’anno, anche attraverso altre società a lui riconducibili, sempre formalmente rappresentate da prestanome.

Un meccanismo che ha consentito all’imprenditore di assicurarsi un alto tenore di vita. Seppur formalmente non intestati a lui, risultano infatti nella sua disponibilità immobili a Roma, (dove vive con la sua compagna), un’imbarcazione a motore di lusso Startfisher 34 S, di cui fa regolare uso nel fine settimana, e di una Porsche Cayenne, entrambi intestati alla madre.

 Giannino Giorgi, finito ai domiciliari, è uno dei prestanome di Iiuliano. Legale rappresentante, formalmente, della Angel Volley prima, e di altre tre società poi, tra cui la Fenice Volley, storica squadra di pallavolo isernina, per gli inquirenti si è “consapevolmente prestato al suo ruolo, fornendo un contributo fondamentale per la riuscita delle operazioni di riciclaggio, che ammontano ad oltre 1,3 milioni di euro, frutto dell’evasione fiscale di società gestite di fatto dall’imprenditore di Fornelli”.  Non solo. In qualità di legale rappresentante della Angel Volley, ha omesso di presentare le dichiarazioni annuali ai fini delle imposte sui redditi e dell’Iva per un imponibile di circa 3,9 milioni di euro, un’Ires evasa pari a quasi 600mila euro e Iva sottratta a tassazione pari a quasi 400mila euro, “occultando o distruggendo le scritture contabili, al fine di evadere le imposte ed impedire la ricostruzione del volume d’affari e dei redditi conseguiti”.

 Ai domiciliari è finito anche il noto imprenditore isernino Mimmo Cicchetti, presidente della Fenice Volley, società satellite dell’Angel Volley, amministratore di fatto di quest’ultima, prima, e di altre tre società poi. A suo carico pesano “numerosi e concordanti elementi indiziari di indubbia gravità”, raccolti nel corso delle indagini, avvalorati sia dal tenore delle conversazioni telefoniche intercettate da cui sono emerse preoccupazioni, dopo che Giorgi era stato convocato presso gli Uffici della Guardia di Finanza di Isernia, che la disponibilità di liquidità non dichiarate. Egli stesso, per gli investigatori, ha partecipato all’operazione di riciclaggio dei soldi ‘guadagnati da Iuliano per lo stesso importo di oltre 1,3 milioni di euro, a seguito della realizzazione del complesso meccanismo di evasione, posto in essere attraverso il ricorso alle false fatturazioni e alle indebite compensazioni di crediti d’imposta inesistenti, avvalendosi anch’egli di prestanome, oltre che del supporto del cugino commercialista Valter Antinucci, in particolare per le sponsorizzazioni.

 Per il commercialista romano è scattato il divieto di dimora a Roma. Rappresentante legale della Angel Volley, per gli inquirenti riveste un ruolo di rilievo nell’attività criminosa, anche perché presso il suo studio hanno sede legale, molte delle società coinvolte. Gli inquirenti hanno accertato che non ha presentato le prescritte dichiarazioni annuali ai fini delle imposte sui redditi e dell’Iva, occultando al Fisco un imponibile di oltre 2,1 milioni di euro, un’Ires evasa di quasi 600mila euro e Iva sottratta a tassazione pari a quasi 300mila euro. Particolarmente insofferente alle attività svolte dai finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria di Isernia, in una conversazione intercettata si è lasciato andare ad un “mamma mia, ao’ nun se saziano mai questi!!!”.

 Diverse le perquisizioni  eseguite nel corso dell’operazione, che hanno consentito di sequestrare circa 45mila euro: 5mila sono stati trovati in casa di Iuliano a Roma, 20mila nascosti nella camera da letto di Cicchetti e 20 mila, in titoli, presso l’abitazione della madre dell’imprenditore di Fornelli.