di Pietro Tonti
Triste giorno per la città di Isernia e per chi ha avuto l’onore e il piacere di conoscere una persona per bene, un eccelso imprenditore.
E’ scomparso presso l’ospedale Cardarelli del capoluogo di regione Nicola Di Grazia, era nato Recale in provincia di Caserta il 26 marzo del 43, da sempre impegnato con l’attività edilizia nella ristrutturazione delle facciate dei palazzi più importanti della città pentra e non solo.
Mast Nicola – come lo chiamavano affettuosamente – è stato un uomo speciale con la passione per la storia dell’arte, affascinato dagli antichi manieri, da quei castelli a cui da bambino ha sempre immaginato di possederne uno e addirittura di realizzarne uno con le sue mani.
Un sognatore diremmo, no, lui era in grado di realizzare i suoi sogni e lo ha fatto. Quando transitate lungo la strada statale 17, in direzione Campobasso, prima del bivio per Carpinone distogliete solo per un attimo lo sguardo dalla strada e guardate sulla vostra sinistra, vedrete quel maniero che la fantasia di un bambino ha realizzato in età adulta.
Mast Nicola ha speso una vita nel suo sogno, esperto scalpellino e scultore, ha realizzato numerose opere ispirato sempre da una fervida fantasia e dalla volontà di lasciare un segno indelebile del suo passaggio terreno.
Ha colto nel segno, il monumento singolare che spicca tra Isernia e Castel Petroso è proprio il castello di Nicola Di Grazia, secondo per originalità, solo alla basilica della Madonna Addolorata di Castel Petroso.
Ho avuto modo di conoscere e apprezzare le doti umane di Nicola, il suo orgoglio nel comunicare il suo lavoro, l’attenzione verso la famiglia, su cui ha basato il suo credo fino alla fine dei suoi giorni.
Padre e marito esemplare, con Nicola va via un pezzo dell’Isernia attiva, quella generazione che ha fatto crescere la città, educato i suoi figli al rispetto degli altri, ad una vita fondata su valori e principi etici e deontologici ereditato dalla sua prole.
I funerali avranno luogo nella sua città natale a Recale, si svolgeranno il primo maggio, un’occasione forse scritta dal fato, quella della festa dei lavoratori per salutare un uomo dedito al lavoro indefesso che lo ha rappresentato nei decenni di onorata professione.
“La vita non è vana se si resta nel ricordo di chi resta”. Nel caso di Mast Nicola, l’amore generato da una famiglia unita e serena, sono la prova tangibile del lascito generato da una persona che verrà ricordata nei decenni a venire senza alcun dubbio.
Giungano da parte del direttore, e della redazione le più sentite condoglianze alla moglie Maria, ai figli Laura, Silvia, Gina e Luigi.