Porte aperte alla Questura per il “Family Day”.

 

Oggi, alle ore 9,30, nel piccolo borgo, fra i “più belli d’Italia”, di Fornelli (IS), la Polizia di Stato ha reso omaggio al suo Patrono e Protettore San Michele Arcangelo, con una Santa Messa officiata da S.E. Mons. Cibotti, Vescovo della Diocesi di Isernia-Venafro, coadiuvato dal Cappellano regionale della Polizia di Stato, don Francesco Rinaldi.

 

La cerimonia religiosa si è svolta nell’ antica cornice della Chiesa di San Michele Arcangelo alla presenza del Questore di Isernia Vincenzo Macrì, del Prefetto Gabriella Faramondi, delle autorità civili, politiche e militari della provincia, e degli alunni della scuola secondaria di primo grado.

La scelta del piccolo borgo ha voluto essere un segno tangibile di “vicinanza” alla popolazione della Provincia, nell’ottica di quell’ “esserci sempre” di cui la Polizia di Stato ha fatto il suo motto.

 

Nel suo intervento il Questore, oltre a ringraziare la comunità fornellese per l’accoglienza, ha stigmatizzato i valori di legalità, giustizia ed umana fraternità, di cui San Michele Arcangelo è l’emblema e che contraddistingue gli operatori della Polizia di Stato che svolgono quotidianamente il proprio lavoro, con impegno e passione.

 

Dopo la funzione religiosa, a cui hanno partecipato anche i rappresentanti dell’Associazione Nazionale Polizia di Stato, memoria storica della nostra Istituzione, ed i familiari delle vittime del dovere e dei caduti in servizio, la cerimonia è proseguita a Isernia, dove si sono aperte le porte della Questura per i familiari dei dipendenti in occasione del “Family Day”, il progetto del Dipartimento della Pubblica Sicurezza nato con lo scopo di favorire un momento di incontro tra il personale della Polizia di Stato e i propri familiari condividendo con loro gli spazi e gli ambienti di lavoro.

 

I figli dei poliziotti hanno potuto visitare la “sala operativa”, assistere alla gestione di un intervento della volante e salire sulle auto di servizio. Gli specialisti della Polizia Stradale hanno spiegato il funzionamento dei telelaser e i test precursori utilizzati per  rilevare la presenza di alcol e stupefacenti e gli operatori del Gabinetto di Polizia Scientifica hanno ricostruito una “scena del crimine”, ricercando insieme ai ragazzi le impronte latenti.