Di Domenico Angelone
Questa mattina, nella Sala Raucci del Comune di Isernia, i sei consiglieri comunali dei Popolari per l’Italia hanno tenuto una conferenza stampa durante la quale, il loro capogruppo, Giovanni Fantozzi, ha esordito affermando:
«Sgombriamo il campo da qualsiasi tipo di interpretazione negativa. Il sindaco d’Apollonio è stato scelto per le sue capacità, per la sua professionalità, per la sua trasparenza; è stato scelto come sindaco per le sue indubbie capacità professionali, ed è stato veramente un vanto per noi del centrodestra portare avanti d’Apollonio quale capo dell’esecutivo. E mai e poi mai nel nostro discorso in Consiglio comunale abbiamo inteso in qualsiasi modo offuscarne l’immagine personale: il sindaco è stato da noi criticato come amministratore di questa città non certo come persona fisica o per il suo curriculum professionale che è di tutto rilievo». Cosa ben diversa l’attacco personale rivolto dal primo cittadino a Fantozzi, accusandolo recentemente di non essere una persona valida in quanto nel corso degli ultimi 40 anni, nonostante l’impegno politico non ha mai rivestito il ruolo di sindaco della città.
Alla domanda provocatoria rivolta al capogruppo dei Popolari Fantozzi: se non ha fatto mai il sindaco fino ad oggi, saranno le prossime elezioni valide per candidarsi a primo cittadino? Serafico ha risposto che per i lunghi anni di attivismo è stato sempre il primo eletto e che il ruolo di sindaco si addice a chi superpartes rappresenta la città tutta, ribadendo il ruolo di D’Apollonio, ma anche il suo tradimento politico e funzionale nelle scelte importanti, dove il gruppo dei Popolari è stato sempre emarginato, nonostante l’appoggio incondizionato al sindaco in campagna elettorale.
Troppe le divergenze e l’azione amministrativa non condivisa per poter esserci un riavvicinamento. Fantozzi ha elencato una serie di inadempienze che ricadrebbero sulla città e i cittadini, come la villa comunale ristrutturata da poco che già presenta delle criticità; l’asfalto distribuito fuori stagione sulle strade cittadine, azione che ha fatto molto discutere; le strisce blu ben note della discordia e della mancanza di linearità amministrativa nell’affidamanto e nella gestione; la piscina comunale che da cinque anni manca ad Isernia, una sorta di interruzione di servizio pubblico secondo Fantozzi. Altro pomo della discordia il lotto zero che secondo i Popolari darebbe un nuovo impulso al territorio dal punto di vista delle maestranze impiegate per la realizzazione dell’opera e sia per l’importanza della bretella di collegamento. Insomma, critiche e posizioni ben delineate due rette parallele che con l’attuale esecutivo non trovano punti di convergenza.
Fantozzi, inoltre, ha reso noto che il suo gruppo consiliare sta ragionando sull’ipotesi di smarcarsi da riferimenti diretti con assessori regionali e avere una posizione di indipendenza, onde evitare di creare qualsivoglia problema alla giunta regionale, pur rimanendo nel centrodestra. Qualcuno ha riportato erroneamente che i sei possano lasciare i Popolari di Vincenzo Niro, cosa assolutamente non veritiera. Il gruppo nella sua indipendenza ha e avrà come unico riferimento, solo ed esclusivamente l’attuale Assessore regionale Niro.
Consigliere Di Luozzo prendendo la parola ha ribadito come ogni decisione del gruppo è condivisa dai sei consiglieri e la vicinanza ai cittadini per il loro bene a votare in Consiglio ogni decisione che reputano importante per il bene collettivo. Di Luozzo ha catalizzato l’attenzione sulla candidatura di Isernia a Città della Cultura italiana 2021, secondo Di Luozzo è un’iniziativa da appoggiare e seguire per giungere al risultato.
Subito dopo, Fantozzi ha letto il seguente documento:
«Va evidenziata la caduta di stile del sindaco che ha personalizzato il documento di un intero gruppo politico, letto nella sede istituzionale opportuna [Consiglio comunale], puntando il dito contro una singola persona durante un’intervista televisiva, persona che era stata tra l’altro quella più vicina a lui, sia nell’esperienza della precedente consiliatura sia come proponente e sostenitore della sua candidatura a sindaco.
D’Apollonio ha dimostrato ancora una volta, purtroppo, la sua incapacità di lettura politica del nostro documento, non riuscendo a distinguere una critica politica da una personale, tirando in ballo il suo curriculum professionale che mai nessuno ha avuto la volontà o l’interesse di discutere e che nulla ha a che vedere con la sua deludente esperienza attuale da sindaco. Non ha saputo distinguere, sin dall’inizio, il nostro atteggiamento costruttivo di critica e di sprone all’attività amministrativa, scambiando le nostre proposte (sempre messe in secondo piano e spesso rimandate al mittente) per richieste di visibilità o di poltrone.
La cifra della personalità politica non si misura dalle candidature a sindaco ma dai consensi ricevuti negli anni dai cittadini, a prescindere dalle cariche per cui si concorre, si misura dall’attività amministrativa svolta e dall’impegno profuso per una città. È purtroppo evidente che, nel suo mandato, il sindaco non si è finora distinto per coraggio e forza in nessuna battaglia per questo territorio, né per alcuna visione amministrativa messa in campo per la città di Isernia. La cifra del carisma politico di un sindaco si valuta nella capacità di mantenere gli impegni con le forze politiche che l’hanno sostenuto da subito, sposando pubblicamente un programma condiviso, e per gli impegni amministrativi rispettati verso i cittadini che quel programma l’hanno votato. Tutto ciò a costo di mettere in gioco, coerentemente, persino la propria carica di sindaco ponendola giustamente in secondo piano rispetto al bene comune della città.
Il ruolo che un sindaco riveste comporta inevitabilmente il doversi sottoporre al giudizio di consiglieri e cittadini, ma il sindaco non lo vuole accettare perché in primo piano continua a mettere, sempre e soltanto, il proprio nome e la propria figura, continuando a dire che “non accetterà giudizi di alcun tipo e che rimarrà in carica finché lo sosterrà l’ultimo consigliere”.
Non avevamo dubbi su questo e il sindaco ha già dimostrato il suo attaccamento alla poltrona quando è stato pronto ad accogliere, nella sua giunta, componenti politiche che l’avevano osteggiato in tutte le fasi della campagna elettorale e anche molto oltre. Ma tant’è, gratitudine e coerenza, evidentemente, non fanno parte di questo mondo».