di Pietro Tonti
Le prescrizioni dei DPCM sul distanziamento sociale sono davvero tante, troppe e assumersi la responsabilità di svolgere eventi, spesso ricade su una sola persona, come il presidente della pro – loco qualora si tratti di eventi comunali.
E’ il caso del “Settembre Isernino 2020”, limitato a pochi eventi di cabaret in piazza, a cui Michele Freda il Presidente della locale pro – loco si assume tutte le responsabilità delle prescrizioni anti covid, con quel sudore che scivola lungo la schiena, a freddo, quando si rischia direttamente.
Non dimentichiamo “Magnastoria” negata in quanto appariva difficile alle autorità garantire su una tavolata lunga quasi 2 km il distanziamento sociale, mentre i cibi sani portati da casa potevano risultare – stranamente – contaminati.
Non si spiega comunque, come un evento quale il “Tour Campari 2020 “che il Bar Centrale di Isernia, nel cuore del centro storico aveva promosso e richiesto alle autorità le normali autorizzazioni, sia stato bloccato per il mese in corso senza plausibili giustificazioni. Unica città in Italia a non poter essere svolto questo evento rispetto alle 19 altre città italiane, soprattutto del nord pandemico dove si terrà senza problemi.
Cosa accade ad Isernia? Siamo figli di un Dio minore? La negazione di tutto è più facile dell’assunzione di responsabilità, in una città in cui il contagio è al minimo storico rispetto a tutta l’Italia.
In una città che ha bisogno di uscire anche mentalmente dalla cappa del nulla che l’accompagna da sempre e, l’occasione per non fare ulteriormente affossare l’economia di attività al collasso è proprio la realizzazione di eventi in tutta sicurezza.
Perché altrove è possibile e ad Isernia no?
La vicina San Salvo Marina meta degli isernini vacanzieri, per tutto il mese di agosto si sono avuti eventi serali notevoli, ogni sera sul palco una band, sedie distanziate e zona recintata, senza alcun problema, il calendario degli eventi si è svolto in massima sicurezza, con centinaia di persone presenti.
Anche la Vicina Castel Di Sangro con eventi serali di grido e il Napoli in Ritiro, hanno consentito piacevoli serate e introiti notevoli al commercio al dettaglio.
La stessa Campobasso con concerti e rappresentazioni nella totale tranquillità.
Isernia no! Qui si deve morire di inedia e di stenti. Come il commercio, l’artigianato al collasso, con l’approvazione degli organi istituzionali che sanno ben negare ogni forma di aggregazione che possa riavviare quel minimo di sussistenza a chi ha ripreso le attività e con grossi sacrifici tenta di onorare tasse e fitti con scarsi introiti.
Dal negazionismo ad oltranza ci auguriamo ci sia un ravvedimento e si ponga in considerazione che c’è chi vive di eventi, attività che senza chi spende è costretta a chiudere.