Di sanità dovremmo vivere, piuttosto che imbrodarci di teatrini di parte! Crediamo sia giunto il momento di porre fine a questo oscuro (e nemmeno tanto) gioco, utile a pochi, ma dannoso per i più. In questa regione martoriata su tutti i fronti, la partita più complessa, più costosa e più “gustosa”, è proprio quella che riguarderebbe i cittadini ma che, invece, è diventata “una cosa nostra”, una questione di partito, piuttosto che un problema da risolvere immediatamente.

Certo, non immaginiamo che nominato il commissario risolveremo il guaio sanità, ma siamo però convinti che, a capo di tale figura, saranno da addebitare eventuali ulteriori danni al già martoriato settore o da elogiare se sarà in grado di fermare le emorragie dei vari ospedali regionali. Possiamo immaginare come andrà a finire, ma non riteniamo giusto porre limiti ad eventuali diverse capacità, quelle che auspichiamo per una inversione di tendenza. Bene, detto ciò in premessa, riteniamo sia utile alla risoluzione della questione di cui trattasi, mettere sul tappeto anche il nostro punto di vista, ottica già conosciuta ai portatori di democraticità ed idealità, ma che riproponiamo per i distratti o i presunti tali. E non è nemmeno difficile e lungo il ribadire il nostro concetto, bastano poche parole per confermare che, non crediamo sia giusto prevedere a monte che ci sia in assoluto il divieto o l’incompatibilità tra le due figure, quella del commissario e quella del presidente di una giunta regionale, piuttosto pensiamo che un distinguo ci possa essere, Partendo dal presupposto, più volte affermato e che qui confermiamo, che, in una regione commissariata per un settore, nel caso quello della sanità, certamente tutti possano ricoprire tale delicato ruolo ma non certamente il capo dell’esecutivo che ne ha determinato quello stato di dissesto.

Diversamente, ad onor di giustizia, se, a cavallo tra il mandato del vecchio esecutivo (per intenderci, gli autori in negativo della crisi sanitaria) e la nuova giunta subentrante, dovessero persistere le condizioni per l’indicazione di un nuovo commissario, non capiremmo perché il nuovo governatore non debba poter coincidere con tale figura, incolpevole, così com’è, della situazione pregressa. In parole povere, abbiamo criticato le indicazioni dei commissari del passato, da Iorio a Frattura, perché proprio con i loro esecutivi, si sono determinate le condizioni di sfascio, magari con gradi di gravità differenti, ma certamente durante i loro mandati e quindi, illogico mettere nelle loro mani quello che avevano rotto per ripararlo!

Adesso, per noi, c’è il distinguo di cui sopra. Toma, che piaccia o meno, tale situazione l’ha ereditata, magari farà peggio, chi può dirlo, ma non vediamo perché non possa essere lui il nuovo commissario, non capiamo perché, in assoluto, le due figure, in mancanza di colpe o dolo, non possa cimentarsi come commissario? Infine, sempre da osservatori, attenti, ma sempre osservatori, sentiamo di suggerire alla Lega in regione, che piuttosto che fare inutili assist di parte con il solo scopo di propaganda e magari con la speranza che Toma passi tra le loro fila, costringano i loro mentori a Roma ad operare nel senso sperato, a conferire l’incarico al governatore senza se e senza ma, se non esistono motivi di illogica illegalità, e di iniziare a lavorare per una sanità pubblica di qualità come lo stesso governatore ha dichiarato più volte in campagna elettorale.

Per quanto ci riguarda, non crediamo ci siano ostacoli leciti a tale positiva soluzione, così come crediamo che, chiunque sia il nuovo commissario, per noi nulla cambia sotto l’aspetto della lotta a favore degli ospedali, dei reparti e delle aspettative dei molisani.