di Pietro Tonti

Al rientro di settembre, alziamo il sipario sul futuro della politica pentra in vista delle elezioni del prossimo anno, quando i cittadini di Isernia saranno chiamati alle urne per eleggere la nuova amministrazione.

Il centro destra dovrà puntare compatto  – come è giusto che sia- alla rielezione del sindaco uscente generale Giacomo D’Apollonio. La continuità amministrativa tesa a dimostrare che per i trascorsi 5 anni la Giunta ha lavorato bene, si è prodotto molto per la città di Isernia e naturalmente la riconferma del primo cittadino è un atto dovuto, altrimenti si darebbe ragione ai detrattori, si sconfesserebbe il lavoro che gli assessori uscenti si sono prodigati a realizzare in questo lustro.

Questa dovrebbe essere la prassi consolidata da tanti centristi di destra che ravvedono l’opportunità di ricandidare D’Apollonio al secondo mandato elettorale. Da quella che dovrebbe rivelarsi una soluzione lapalissiana, invece le voci e le posizioni di alcuni assessori punterebbero a sconfessare questo naturale ragionamento.

Si appresterebbero a scendere in campo, quali papabili primi cittadini, proprio alcuni assessori uscenti della giunta D’Apollonio. Le voci si susseguono e diventano eco. Pronti ad entrare in gioco quali candidati per i principali partiti rappresentativi parrebbe ci siano, l’Assessore attuale alla Cultura in quota Fratelli D’Italia Eugenio Kniahynicki, il Vicesindaco/Assessore Cesare Pietrangelo eletto con la lista civica Isernia in Comune. I due lavorerebbero singolarmente alla futura candidatura al vertice, nemmeno sotto banco. In questo contesto, qualora queste voci venissero confermate, da un punto di vista amministrativo dimostrerebbero che qualcosa sicuramente c’è da recriminare all’amministrazione uscente.

Se il sindaco non meriterebbe di essere rieletto, vorrebbe significare che si scaricano le responsabilità di tutta la Giunta unicamente sul primo cittadino. Si darebbe ragione a chi critica aspramente l’operato dell’attuale esecutivo su tanti punti oscuri di questi 5 anni che stanno giungendo al termine.

L’impopolarità delle scelte sull’affidamento dei parcheggi a pagamento, l’inerzia nell’attivazione della piscina comunale, il generale degrado della città e l’impoverimento dettato dalle chiusure commerciali senza rimedi; non ultimo un bilancio votato dalle opposizioni per non far cadere anticipatamente questa amministrazione, sarebbe tutto veritiero e inoppugnabile.

La distanza siderale che si è creata con i Popolari per l’Italia e la Lega verso l’attuale esecutivo, sarebbe solo una piccola ferita rispetto al cancro che mina dall’interno l’amministrazione D’Apollonio, proveniente inaspettatamente da chi ha amministrato con il sindaco a braccetto con ruoli fondamentali assessorili in Giunta, pronti a metterlo in quiescenza.

Qui si ravvederebbe anche una questione etica di opportunità politica e di rispetto della persona, ma si andrebbe a legittimare la colpa esclusivamente del sindaco per scelte adoperate in questi anni che invece sono di tutti.

L’unica via percorribile per tollerare tali velleità, sarebbe solo la rinuncia di D’Apollonio al secondo mandato, ma è difficile oggi prevederlo.