di Pietro Tonti
Il caso del bambino affetto da deficit di attenzione e iperattività (ADHD) e la sua mamma che grida aiuto attraverso il nostro quotidiano, non è un caso isolato. La testimonianza è data dai tanti interventi sui social network di genitori che hanno i figli che soffrono di patologie simili e non trovano nella società molisana il giusto apporto di aiuto per quelle che sono le esigenze quotidiane per offrire a questi bambini una vita normale.
Oltre la scuola, al supporto di una insegnante di sostegno, il nulla assoluto. Il tutto aggravato dal fatto che se si proviene da una famiglia benestante si ha la possibilità di condurre i bambini “speciali” in strutture adeguate, le prime e le più vicine sono in Abruzzo e nel Lazio, dove si pagano rette di circa € 350 a settimana e necessariamente si coinvolgono i genitori in ogni percorso. Se non si ha la forza economica di sostenere un figlio con un deficit di questo tipo sono dolori e preoccupazioni, angosce e solitudine nell’affrontare la quotidianità.
Comprendiamo l’esternazione della mamma isernina, ma attenti a gridare allo scandalo per quanto concerne la giusta reazione del gruppo scout e dei gestori del campus estivo di Contrada Le Piane. In un momento di massimo sconforto, in maniera spontanea è normale che il genitore, non trovando nelle istituzioni la giusta risposta alle sue esigenze, abbia scaricato responsabilità – non dovute – su organizzazioni che non sono idonee, preparate e accreditate per affrontare la gestione di bambini “speciali”.
Anzi, la disponibilità all’accoglienza dimostrata da queste organizzazioni e la successiva difficoltà di gestione di un bambino che sicuramente ha bisogno di attenzioni specifiche, non sia interpretata quale mancanza di impegno o negligenza da parte di chi in città o nel Molise organizza campus, o su chi ricopre cariche dirigenziali in organizzazioni quali gli scout e associazioni ludiche.
L’unica colpa di queste organizzazioni nei confronti di questo caso è aver sottovalutato la delicata gestione del bambino, aver detto di sì all’accoglienza per non far sentire escluso il piccolo Mirko, missione filantropica di chi opera nei settori dello sport, nel mondo associativo e persevera quale obiettivo universale proprio l’inclusione di tutti nelle diverse attività.
In un’analisi più dettagliata osserviamo che nei campus ben strutturati per accogliere bambini con queste problematiche, spesso si opera con un rapporto tre a uno, vale a dire tre operatori specializzati per ogni singolo bambino, con costi elevati.
Il sasso nello stagno lanciato nella giornata di ieri attraverso una mamma che grida: “Mio figlio non è un mostro!” Va letto quale stimolo alle istituzioni locali e regionali affinchè queste famiglie non restino sole ad affrontare problematiche che sono ampiamente più grandi di loro.
L’articolo di ieri ha stimolato riflessioni, facendo luce su un disturbo che colpisce in Italia circa il 7% della popolazione infantile. E’ giunta la disponibilità nella gestione del bambino anche da parte di una maestra di sostegno – normalmente impegnata nella scuola – la quale ha sostenuto la sua tesi proprio sulla sindrome da (ADHD) e si è resa disponibile per il periodo estivo. E’ pervenuto l’interesse del comune di Isernia, attraverso l’Assessore Comunale alle Politiche Sociali Pietro Paolo Di Perna, il quale incontrerà la mamma del piccolo Mirko nella mattinata di venerdì mattina per trovare soluzioni al suo caso.
In riguardo a questa vicenda, abbiamo interessato la Consigliera regionale Filomena Calenda, la quale si è resa disponibile ad intervenire in merito per portare all’attenzione del Consiglio Regionale la questione e trovare tutte le strade percorribili, per offrire il giusto sostegno a questi bambini e alle loro famiglie.
Per maggiori informazioni:
ADHD è l’acronimo di Attention Deficit Hyperactivity Disorder, conosciuto in Italia con il nome di Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività, è un disturbo neurobiologico caratterizzato da tre distinte manifestazioni: l’iperattività, l’impulsività e la disattenzione. Si stima che ne risultano affetti all’incirca il 7% della popolazione infantile e il 4% della popolazione adulta (Faraone et al.2003, Fayyad et. al 2007) L’ADHD si manifesta con irrequietezza, impulsività , comportamento scorretto a scuola. Si tratta di un vero e proprio disturbo dello sviluppo ad esordio infantile e come tale può essere trattato con gli strumenti della medicina e della psicologia. È durante la scuola elementare (età 6-12 anni) che avviene più frequentemente la prima diagnosi, per una serie di sintomi che differenziano il bambino ADHD dai suoi coetanei:
– accentuata irrequietezza,
– disattenzione, facile distraibilità, impulsività
– difficoltà scolastiche
– reazioni impulsive,
– bassa autostima,
– possibile compresenza di un comportamento oppositivo-provocatorio
– rifiuto da parte dei compagni