Assoluzione con formula piena perché il fatto non sussiste ex art.530 comma 1 c.p.: con questo esito è miseramente fallita nell’udienza di ieri 24 gennaio 2017, l’accusa infondata da parte del sostituto PM Scioli e del GIP Messa di Isernia, verso tre esponenti dell’opposizione politica e sociale locale in rispettiva rappresentanza del Partito Comunista de Lavoratori – sez. Molise, ARCI MOLISE e UIL BAC Molise.

Senza che ve ne fosse una benché minima prova, i tre attivisti locali furono ingiustamente accusati dal Pm e dal GIP di “aver promosso” la contestazione popolare del 31/3/2012 a Isernia, in occasione dell’inaugurazione del mega spropositato auditorium, “senza darne avviso al Questore tre giorni prima”, ricorrendo peraltro a cavilli del vecchio codice fascista.

Mentre era evidente che essi erano solo tra i tanti cittadini presenti in uno dei normali e legittimi assembramenti spontanei di persone a fronte di eventi pubblici; né può essere “reato” l’aver esposto individualmente delle pettorine o rilasciato interviste ove di denunciava la cementificazione selvaggia e il saccheggio delle risorse pubbliche e del territorio, per dare un diverso sviluppo alla città di Isernia, con un’ altra e destinazione delle stesse a beneficio della collettività.

Peraltro, la spontanea protesta espressa dalla popolazione isernina, quella sera, fu generata anche dalla famosa “bigliettopoli”, cioè la mala gestio della distribuzione dei biglietti gratuiti per il concerto augurale, che noi avremmo preferito più per i disoccupati e meno abbienti, anziché per i ceti benestanti.

Morale della favola: nessun processo v’è stato per le opacità rilevate da più parti in merito al mega appalto dell’auditorium e alla mala gestio dei biglietti gratuiti, mentre si è preferito impegnare le aule del Tribunale di Isernia per “processare” le legittime idee di chi dissente e propone alternative.

Invero non è una novità: sul solco della recente vittoria all’altro analogo “processo Bella Ciao” , si tratta dell’ennesima vittoria della democrazia e dell’antifascismo contro i maldestri tentativi di calpestare la libertà di riunione e di espressione pur sanciti dall’art.17 e dall’art.21 della Costituzione, segnatamente di reprimere il dissenso sociale nella nostra provincia, di chi, semplicemente, vuole esprimere le proprie legittime idee per una città migliore ed una società più giusta.

Tali vicende, che investono in modo così importante la salvaguardia degli spazi della democrazia e della libertà di espressione nella nostra realtà locale, meritano perciò apposite iniziative pubbliche che prossimamente non mancheremo di organizzare.