Il discorso del Comandante Provinciale dei Carabinieri di Isernia Col. Vincenzo Maresca.
Autorità, gentili ospiti, amici,
consentitemi di esprimere il mio sentimento di orgoglio nel celebrare – quale Comandante dei Carabinieri della Provincia di Isernia – la ricorrenza del 208° Annuale di Fondazione dell’Arma. A nome dei Carabinieri del Comando Provinciale e mio personale, rivolgo a voi tutti il mio più sentito ringraziamento per essere intervenuti così numerosi a questa cerimonia. La vostra presenza le conferisce solennità e prestigio ed è testimonianza dei positivi sentimenti di affetto e di vicinanza di cui gode la nostra Istituzione. Questa è davvero una bella giornata per noi Carabinieri, tornati a festeggiare l’annuale di fondazione nello scenario impareggiabile di tante piazze d’Italia. L’Arma, che vive tra la gente, ne condivide le apprensioni, ma ne coglie anche i desideri più positivi. Tra tutti, l’aspirazione alla coesione sociale. Un valore, che si nutre di capacità organizzative e di comportamenti responsabili, fondamentali per affrontare questa crisi storica. La ricerca della coesione anima anche l’impegno dell’Arma in tutti gli ambiti della propria missione, presupposto vitale per infondere nei cittadini la fiducia nell’Istituzione.
Lo stesso spirito di coesione qualifica il contributo dell’Arma al sistema della sicurezza pubblica nazionale. Infatti, da oltre quarant’anni, il modello di coordinamento è la casa comune che accoglie l’incessante impegno dei Prefetti e delle Forze di polizia, interpreti sul territorio degli indirizzi del Ministro dell’Interno, con risultati operativi di assoluto rilievo. Soprattutto sul piano della prevenzione. Su questo tema, ringrazio il Prefetto di Isernia – Dott.ssa Gabriella Faramondi – sotto la cui autorevole ed accorta azione di indirizzo l’attività svolta dalle FF.PP., da tutte le Istituzioni e dalle parti sociali di questa provincia ha consentito di fornire risposte efficaci e aderenti alle istanze della collettività.
Desidero esprimere, inoltre, la mia riconoscenza all’Autorità Giudiziaria, in particolare al Procuratore della Repubblica, il Dott. Carlo Fucci, che con equilibrio, ponderatezza e tempismo orienta e sorregge l’azione della Polizia Giudiziaria; e al Presidente del Tribunale, il Dott. Vincenzo Di Giacomo, che in ogni occasione ha mostrato particolare considerazione per la nostra centenaria Istituzione.
Un omaggio affettuoso va a chi indossa la nostra stessa uniforme, i Carabinieri Forestali, quotidianamente al nostro fianco, come potete anche idealmente notare dallo schieramento dei reparti.
Ringrazio poi le Autorità politiche intervenute, citando, solo per questioni di tempo, l’On. Tartaglione e l’On. Patriciello, il nostro Vescovo, Mons. Cibotti, che in questi giorni ci ha supportato e ha sopportato la nostra rumorosa presenza, il Presidente della Provincia, il Sindaco di Isernia e con lui gli altri 50 Sindaci, tutti hanno quotidianamente collaborato con i 3 Comandanti di Compagnia e i 22 di Stazione, mostrando un rapporto garbato e umanamente partecipativo. Sono presenti anche i miei compagni di viaggio, il Questore, il Comandante Provinciale della Guardia di Finanza e dei Vigili del Fuoco, a cui sono davvero grato per il sempre più efficace rapporto di collaborazione, facilitato dal clima di amicizia in cui condividiamo scopi e intenti comuni.
Un caloroso saluto rivolgo agli amici dell’Associazione Nazionale Carabinieri e dell’Associazione Nazionale Forestali, vicini a noi in ogni occasione, sono i nostri silenziosi ambasciatori di saggezza, portatori sani nella collettività dei perpetui valori dell’Arma.
Il mio ultimo e più importante pensiero non può che essere rivolto ai caduti dell’Arma e a tutti coloro che per qualsiasi ragione hanno perso la vita per la tutela del nostro Paese e delle sue Istituzioni. Le nostre vedove ed i loro cari sono i testimoni silenziosi del ricordo e della riconoscenza che nutriamo nei loro confronti, esempi, lezioni di vita che scuotono le nostre coscienze. Il nostro non è un impiego privo di rischi, come ci ricorda il sacrificio del Carabiniere Vittorio IACOVACCI, ucciso in Congo, assieme all’Ambasciatore Luca ATTANASIO, nel corso di una missione umanitaria, e alla cui memoria è stata conferita la Medaglia d’Oro al Valor Militare.
Oggi, come dicevo, i Carabinieri festeggiano i 208 anni di storia, dalla Gendarmeria Piemontese (primo corpo militare con funzioni di polizia in Italia costituito nel lontano 1799) attraverso la Gendarmeria Nazionale Cisalpina (istituita nel 1800), fino alle Regie Patenti del 13 luglio 1814, norma istituente i Carabinieri Reali, che già all’epoca si presentarono “con una forza ben distribuita” per la tutela dell’ordine, la “protezione, e difesa dei buoni, e fedeli sudditi …”, e la “punizione dei rei”.
Oggi non ci sono sudditi, ma sicuramente cittadini altrettanto “buoni e fedeli”. Ed è a loro che dobbiamo render conto; ma come si può “rendere il conto” ad una Nazione?
Attraverso il servizio. Noi non esercitiamo una professione od un mestiere, né svolgiamo un lavoro. Siamo semplicemente dei servitori dello Stato.
Il servitore dello Stato non si chiede se ciò che deve fare gli compete. Lo fa e basta. A tal proposito, ricordo un episodio accaduto nel lontano 1849, durante la disastrosa disfatta a Novara, quando il Maggiore Negri di Sanfront, Comandante degli Squadroni Carabinieri, rifiuta di ritirarsi senza combattere, e così risponde al suo Superiore: “Generale, per andare ad affrontare il nemico basta un solo cenno, ma per tornare indietro c’è bisogno di un ordine”.
È questo il coraggio del quotidiano, quello di prendere decisioni o assumersi responsabilità, con l’intima convinzione di servire sempre e comunque i concittadini. Questa è la nostra missione da 208 anni.
Lo abbiamo fatto anche in questi difficili ultimi due, nei quali tutta l’Arma dei Carabinieri e le sue Specialità hanno affrontato l’epidemia ancora in corso, pagando, come le altre Forze di Polizia, un troppo grande tributo in termini di vite umane. Nelle prime più cruente e incerte fasi del contagio, sono stati innumerevoli gli episodi di piccoli quotidiani eroismi che hanno visto protagonisti i Carabinieri, nessuno ha titubato nell’effettuare controlli su strada, nelle strutture sanitarie o nei luoghi di assembramento, tutti hanno fornito un determinante contributo al contenimento della pandemia e, con ogni probabilità, se oggi siamo qui riuniti, lo dobbiamo un po’ a chi purtroppo, per donarci sprazzi di libertà, ci ha rimesso la vita.
È consuetudine illustrare in questo giorno i dati statistici dell’Arma, ma ritengo che i freddi numeri non diano la giusta percezione dell’attività svolta; se l’Arma ha compiuto il suo dovere in questa Provincia non è giudizio che spetta a me, ma ai cittadini. Vorrei solo sottolineare che i Carabinieri negli ultimi 12 mesi hanno:
- controllato quasi 60.000 persone e 40.000 veicoli;
- perseguito 1857 delitti di cui 800 li hanno scoperti, quindi ben il 43%;
- deferito 940 persone e arrestate 44.
Un bene comune come la sicurezza, però, può essere garantito solo con un impegno corale, che accomuni cittadini e organi preposti.
Gli sforzi dell’Arma sono fondamentali, ma la tutela e il mantenimento della sicurezza non possono prescindere da interventi di prevenzione sociale e riqualificazione urbana, finalizzati a determinare condizioni sociali complessive che inibiscano la commissione di reati. Infatti, è sicuramente migliore la percezione di sicurezza in quelle località ove viene dedicata più attenzione ai servizi sociali, agli arredi urbani, all’illuminazione pubblica e anche agli ormai fondamentali sistemi di videosorveglianza.
Ed ora, mi sia consentito, in qualità di Comandante, rivolgere a Voi Carabinieri di ogni grado un sentito ringraziamento per la Vostra quotidiana azione, profusa di abnegazione e fedeltà ai valori del nostro giuramento.
Più di una volta abbiamo promesso di essere fedeli alla Repubblica italiana, di osservarne la Costituzione e le leggi e di adempiere con disciplina e onore tutti i doveri del nostro stato per la difesa della Patria e la salvaguardia delle libere istituzioni.
A questo vi richiamo oggi, l’essere Carabinieri, ricordando queste parole, potrebbe apparire un arduo e duro compito, ma, alla fine, per servire pienamente e con onore il nostro Paese, ci basta proseguire nel solco di chi, in più di 200 anni, ci ha eccellentemente preceduto. Dobbiamo continuare incessantemente a perseguire la coesione interna, che da sempre è la migliore espressione della nostra irrinunciabile militarità. Uno status che è anche un sentimento di appartenenza, unendo tutti i Carabinieri nella convinta adesione al servizio dei cittadini. Ne sono sonora testimonianza anche le campane della fonderia Marinelli di Agnone, qui presenti, che ovviamente ringrazio. Questa mattina il nostro Comandante Generale ne ha donata una forgiata per l’occasione al Presidente della Repubblica, che, ricevendola, ha sottolineato come sia il simbolo per eccellenza del senso del dovere e della responsabilità.
Quella responsabilità e quella dedizione che prioritariamente devono esprimere i Comandanti nell’ambito dei propri Reparti, ponendosi in ascolto dei Carabinieri, senza mai rinunciare al confronto per far convergere la capacità di ciascuno verso il bene comune.
I Carabinieri – in più di due secoli – hanno accompagnato gli italiani nella costruzione dell’identità della Nazione e devono impegnarsi ad essere la sicurezza tranquilla del Paese.
L’Arma, così come immaginata dai fondatori, deve continuare ad essere un punto di riferimento imprescindibile per la nostra società; proiettata si ad un futuro sempre più tecnologico, ma con le radici ben salde e ancorate ad un glorioso passato.
Dobbiamo meritare la fiducia che in questa provincia sento forte e sincera.
A Noi compete difendere la dignità del popolo, dell’Arma e dell’Italia e far prevalere sempre la forza della ragione, la forza delle leggi su ogni prevaricazione.
Questo è il mio auspicio per il nostro anniversario, con l’intima convinzione che ci saranno giorni sempre più splendenti per l’Arma dei Carabinieri e per la Nazione più bella del mondo.
Viva Isernia e la sua Provincia
Viva l’Arma dei Carabinieri.
Viva l’Italia.