ALLOCUZIONE DEL COMANDANTE PROVINCIALE DI ISERNIA

 Autorità, gentili ospiti,

benvenuti al 210° Annuale di Fondazione dell’Arma dei Carabinieri, il mio ultimo quale Comandante nella splendida provincia pentra.

Desidero preliminarmente ringraziare chi con la sua presenza conferisce lustro a questa celebrazione.

Il Sig. Prefetto, Dott.ssa Franca Tancredi, alla quale sono grato per la diuturna opera di indirizzo e coordinamento dei compiti e delle attività di pubblica sicurezza, in questa provincia, infatti, grazie alla sua incessante opera si avverte forte l’unità di intenti delle Forze di Polizia, fattore determinante per l’ottima qualità della vita di cui beneficiamo; il Sig. Procuratore della Repubblica, Dott. Carlo Fucci, il nostro referente principe nelle attività di Polizia Giudiziaria, sempre prodigo di consigli e che ci è molto vicino nei momenti più critici delle nostre investigazioni, così come avviene anche nelle interlocuzioni per le successive fasi dell’iter processuale con il Presidente del Tribunale, il Dott. Vincenzo Di Giacomo; al Questore, Dott. Davide Della Cioppa, e al Comandante Provinciale della Guardia di Finanza, Col. Franco Tuosto, rivolgo il mio più affettuoso saluto, e li ringrazio per i rapporti di sincera stima, amicizia e proficua collaborazione, che ci legano anche al Comandante Provinciale dei Vigili del Fuoco, Ing. Antonio Giangiobbe, e ai nostri colleghi più stretti, i Carabinieri Forestali, che con le intense attività dei loro reparti testimoniano l’impegno dell’Arma nella tutela dell’ambiente e della biodiversità.

Al Vescovo, Mons. Camillo Cibotti, esprimiamo la nostra riconoscenza per tutte le innumerevoli volte in cui, con la sua preghiera, ha affidato – qui mi permetta un gergo militare Eccellenza – alle Superiori Autorità Celesti le nostri sorti di Carabiniere.

Un ringraziamento particolare va al Sindaco di Isernia, Ing. Piero Castrataro, che ha concesso la fruizione di questa bellissima piazza, al Presidente della Provincia, Dott. Daniele Saia, e a tutti i Sindaci degli altri Comuni, per ognuno dei quali il Comando Stazione Carabinieri competente per territorio deve restare ed essere il primo baluardo di legalità. Insieme a loro, simbolo della necessaria rappresentatività dei cittadini, saluto e ringrazio chi siede sugli scranni più importanti della nostra bellissima Res Pubblica, l’Onorevole Elisabetta Lancellotta, il Presidente Quirino Pallante e gli altri membri del consesso regionale.

Desidero rivolgere, inoltre, un caloroso cenno di benvenuto a tutti i Carabinieri non più in servizio e ora appartenenti all’Associazione Nazionale Carabinieri e all’Associazione Nazionale Forestale, qui presenti oggi assieme ai rappresentanti delle analoghe associazioni delle altre Forze di Polizia e delle Associazioni combattentistiche e d’Arma, e infine, ma non per importanza, i delegati provinciali delle Associazioni Professionali a Carattere Sindacale fra Militari.

Come avete avuto modo di sentire, credo non ci siano parole adatte per rendere il giusto merito all’Orchestra Giovanile Perosiana del Conservatorio Statale del Molise, questi ragazzi, al pari dei nostri allievi Carabinieri della Scuola di Campobasso (schierati nel primo plotone e per la cui presenza va la mia riconoscenza al mio anziano di Nunziatella e amico ultratrentennale Colonnello Bruno Capece), sono la nostra certezza per un futuro sempre più roseo e rappresentano la perfetta antitesi ai modelli culturali diuturnamente propinati dai social network. Mi preme citare chi ha reso possibile questo connubio tra musica e Arma, la Presidente, Dott.ssa Rita D’Addona, il Direttore, il Maestro Vittorio Magrini, e il Maestro Fabio Palumbo che dirige impeccabilmente questi giovani talenti.

Ai cittadini di Isernia, che vedo presenti così numerosi, rivolgo il mio sentito omaggio per l’affetto e la stima che ogni giorno dimostrano ai Carabinieri e per avermi così calorosamente accolto in questi miei tre anni di incarico.

Come dicevo in apertura, sono trascorsi 210 anni da quel lontano 1814, quando il Sovrano dello Stato sabaudo, Vittorio Emanuele, volle costituire il Corpo dei Carabinieri Reali, a cui attribuire ampie competenze in materia di ordine pubblico e la cui funzione di garanzia della stabilità interna era considerata talmente importante da venire solo dopo la salvaguardia della Sua persona.

Quelle due principali funzioni si sono evolute nel corso dei secoli, ma sono ancora presenti nell’Arma di oggi: Forza Armata in servizio permanente di pubblica sicurezza a cui sono altresì attribuiti dei compiti speciali, fra i quali le Scorte d’Onore al Capo dello Stato, tramite il Reggimento Corazzieri.

Non solo questo lega i Carabinieri di “allora” con quelli di “oggi”, non è solo la Grande Uniforme Speciale la testimonianza di un glorioso passato, ma è ciò che si trova sotto gli alamari, nell’animo di tutti i Carabinieri:

  1. la militarità, una condizione imprescindibile che non comporta la rinuncia ai diritti, ma li realizza attraverso la pratica dei doveri e che conferisce maggior efficienza all’istituzione;
  2. la competenza, solido appiglio da offrire ai cittadini, alla cui cura l’Arma dedica grande attenzione, come formazione sia professionale, sia interiore;
  3. il coraggio, per dominare, con forza d’animo, le situazioni più difficili e imprevedibili;
  4. l’umiltà, la consapevolezza di sapere che, in ogni grado, non si può fare tutto da soli, ma è necessario l’apporto dei colleghi.

È su questi quattro pilastri che si fonda il modo di pensare, di vivere, del Carabiniere – che persegue una cultura dell’essere, che prevale sull’apparire – che vive tra la gente, che ne condivide le apprensioni, ma che ne coglie anche i desideri più positivi.

Su questi pilastri hanno fatto leva anche tutti i nostri caduti – e qui tra noi ci sono alcuni familiari di nostri colleghi morti per la Patria; ma in questo frangente, è doveroso ricordare l’eroismo di tre giovani Carabinieri (il più grande non aveva ancora compiuto 22 anni), che per salvare dalla rappresaglia dieci civili, si sono spontaneamente consegnati ai soldati tedeschi, venendo fucilati il 12 agosto 1944, e passati alla storia come i Martiri di Fiesole del cui sacrificio ricorre l’80° anniversario.

Perseguendo in chiave moderna i nostri principi secolari, in questi tre anni, durante i quali ho avuto l’onore di essere il Comandante Provinciale di Isernia, abbiamo incentrato il servizio istituzionale dei Carabinieri pentri al continuo dialogo con il cittadino; il nostro punto focale è sempre stata la prevenzione dei reati e la crescita esponenziale della percezione di sicurezza, ne sono testimonianza i ben 12650 servizi di controllo del territorio, le 65.307 persone e i 50.589 mezzi controllati. Sulla stessa linea, è doveroso ricordare l’intenso sforzo profuso nella lotta agli stupefacenti, intesa anche come rieducazione sociale; infatti, negli ultimi 12 mesi i Carabinieri della Provincia hanno segnalato ben 98 giovani quali assuntori di droghe, non ci saranno per loro irreparabili conseguenze penali, ma un mirato percorso di recupero concordato con l’Ufficio Territoriale del Governo, al fine di comprendere anche la pericolosità di determinate condotte; è questo che vorremmo ricordare ai giovani cittadini presenti oggi: le regole, le leggi da rispettare, seppur non condivise, non sono una limitazione alla libertà individuale, ma sono poste a tutela della comunità. Cicerone diceva “Legum servi sumus, ut liberi esse possìmus” – siamo schiavi delle leggi, per poter essere liberi. È in questo solco che mi piace immaginare i Carabinieri, strenui difensori della democrazia con il compito di evitare i due estremi: una legge senza libertà o una libertà senza legge, vale a dire: un potere assoluto o un’assoluta anarchia.

Questo abbiamo cercato di fare, avvicinare l’Arma al suo datore di lavoro, rendere più semplice e sicura la vita dei cittadini, sacrificando a volte il proprio tempo libero, più spesso gli affetti familiari, con una presenza imperterrita e incessante sulle strade della Provincia, con lo scopo di aiutare, consigliare e prevenire e, solo alla fine, reprimere.

Per tutto questo silenzioso e impagabile servizio, a voi, Carabinieri del Comando Provinciale di Isernia, va, per l’ultima volta, la mia gratitudine per l’elevato senso del dovere, la generosa abnegazione e la professionalità che riponete nel servire ogni giorno la collettività, lontano dai riflettori mediatici e con un lavoro spesso complesso e gravoso; ai vostri familiari, che vi sostengono e che con voi condividono i disagi legati alla nostra professione, va la mia più sincera riconoscenza.

Vi esorto a proseguire sulla strada intrapresa, con immutabile audacia e orgoglio, con quello spirito di sacrificio e quell’umanità che contraddistingue il Carabiniere, nei secoli fedele al giuramento prestato, fiero di poter servire in prima linea lo Stato, le Istituzioni e la Giustizia, a difesa della legalità e della dignità di ogni Uomo!

Meritate e vi auguro le migliori fortune, perché il vostro triplice e concomitante impegno di cittadini, militari e rappresentati delle forze dell’ordine è una caratteristica peculiare e irrinunciabile per la nostra Nazione.

Lascio Isernia, infine, con la consapevolezza di avere degli eccellenti colleghi che rimangono sul territorio, di poter ritornare sentendomi a casa e di poter vantare tantissimi amici in più che accompagneranno me e la mia famiglia nel futuro che la vita ci riserverà.

Viva l’Arma dei Carabinieri!

Viva la Provincia di Isernia!

Viva l’Italia!