L’ennesima assoluzione di ieri aumenta il dubbio che ci sia verso di me un preconcetto patologico da parte degli organi inquirenti molisani. Sono soddisfatto, anche se ne ero certo, dell’assoluzione decisa oggi dal tribunale di Campobasso sulla vicenda Zuccherificio. Ancora una volta, si tratta della diciottesima sentenza a mio favore, un giudice terzo mi ha dato ragione rispetto alle accuse mosse nei miei confronti dalla Procura di Campobasso.
Sono sicuro che sarà così anche per altre vicende che mi vedono coinvolto e che aspettano ancora di passare al vaglio di un giudice terzo. Le numerose inchieste aperte nei miei confronti, infatti, rappresentano l’assetto patologico di una attività inquirente che si è ostinata e continua ad ostinarsi a trasformare atti amministrativi, che attengono esclusivamente alla politica, in reati quasi sempre per abuso d’ufficio.
Quando la magistratura trasforma gli atti della pubblica amministrazione in illeciti penali senza avere fondamenti di prove di colpevolezza si espone naturalmente al legittimo dubbio che ci sia un preconcetto.