E’ scaduto lo scorso venerdì sera, il termine per aderire al Bando promosso dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri che offriva alle Regioni interessate l’opportunità di inviare dichiarazioni di disponibilità per aderire all’iniziativa che destina fino a 100 milioni di euro al piano di edilizia scolastica per la realizzazione di nuovi edifici scolastici innovativi,rientranti nell’ambito degli investimenti immobiliari dell’Inail.
“Abbiamo deciso fermamente di non rispondere a questo bando, esordisce l’Assessore regionale all’Edilizia scolastica, Pierpoaolo Nagni, in quanto, così come proposto, quel bando non offre le opportune garanzie alle Regioni che intendono rispondervi. Leggendo i requisiti e quanto previsto dalla procedura, infatti, quell’avviso è sì un’opportunità, ma per l’Inail.
Entrando nelle more dell’avviso si riscontrano diverse anomalie, proprio sulle modalità di compartecipazione delle Regioni, a cui quest’anno è rivolto il Bando.
Secondo quanto stabilito dall’avviso le Regioni, oltre a cedere all’Inail i terreni sul quale sorgerebbero i nuovi Istituti, dovrebbero versare “Un canone, a titolo indicativo, determinato nella misura del 3 percento del costo complessivo, pari alla sommatoria del prezzo di acquisto dell’area, del costo totale dei lavori effettuati, del costo della progettazione e di ogni altra spesa sostenuta per la realizzazione dell’opera, compresa IVA.” Una specifica questa, estremamente imprecisa in quanto, a priori, non è possibile stabilire quali siano questi costi, dunque sarebbe impossibile per l’Amministrazione sia imputare le somme sul Bilancio, sia poter determinare il periodo di durata di questo canone.
Sempre nel bando si legge che “Il canone di locazione così determinato, può essere ridotto nella misura eventualmente indicata nei predetti accordi ove l’Ente beneficiario o la Regione si faccia carico della manutenzione straordinaria dell’edificio scolastico”. Altra informazione aleatoria e prova di qualunque indicazione, questa, per avere un’idea di tale riduzione, mancando qualunque riferimento percentuale o assoluto..
Un’altra clausola molto incerta è quella in cui si afferma che “Sarà possibile stipulare con l’INAIL un contratto di Rent to buy che preveda la possibilità di riscatto dell’immobile alienato decorso un periodo minimo di venti anni; nel contratto si prevede il versamento di una somma per il godimento del bene (quota rent) e di una somma quale anticipazione del corrispettivo di riacquisto”.
Anche qui, impossibile allo stato primordiale del progetto, stabilire somme di eventuali riscatti, non conoscendo a monte l’investimento su cui si sta ragionando. Infine, sempre secondo il disciplinare, non sono ammissibili progetti che non raggiungano i 3 milioni di euro di investimento, cosa questa, che precluderebbe buona parte di quelli provenienti dal Molise.
Tanto doverosamente premesso, le considerazioni sono queste: così come impostato quel Bando era irricevibile sia per le modalità e le caratteristiche normative elencate, sia per ragioni di ordine politico. Difatti, così come impostato chi trae beneficio dai progetti è l’Inail che si troverà a gestire un nuovo patrimonio immobiliare, incassando i canoni o di locazione o di riscatto.
Inoltre, percentuali così elevate, ossia del 3% oltre il costo dell’intervento, renderebbe più conveniente contrarre autonomamente un mutuo con un Istituto di credito. Su queste e altre ragioni, sia l’Anci, sia diverse Regioni hanno mostrato perplessità, chiedendo un nuovo esame della misura che tornerà al vaglio della Conferenza delle Regioni, anche grazie alla richiesta del Presidente Frattura rivolta direttamente al Presidente della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini.
Dunque, ha concluso Nagni, qualora questo Bando sarà riesaminato e riproposto secondo criteri più congrui e ragionevoli la Regione Molise sicuramente si attiverà con i suoi progetti. Se invece le caratteristiche rimarranno invariate, certamente non saremo noi a contribuire alle operazioni immobiliari dell’Inail.”