di Claudia Mistichelli
E’ stato rinviato al 13 aprile, l’ennesimo consiglio regionale nel quale, la regione Molise, stabilirà in che modo gestire l’acqua molisana, lasciarla pubblica o affidarla a un’azienda privata.
La decisione, molto sofferta, è stata rimandata, nell’indifferenza della maggior parte dei molisani che, si ricorderà di protestare su facebook, solo quando le bollette saranno troppo care o, forse, quando l’acqua sarà razionata.
Il 7 aprile, invece, il Forum sulla sanità pubblica, ha organizzato la seconda manifestazione. Alle ore 16,30 in Piazza Municipio a Campobasso, tutto il Molise è chiamato a raccolta per manifestare il suo dissenso alla privatizzazione della sanità e allo smantellamento degli ospedali pubblici regionali.
La logica moderna della politica nazionale, trova miliardi di euro per salvare in una sola notte una Banca, mentre, non ritiene opportuno trovarne, per sanare i conti di una Regione che dovrebbe custodire il bene di centinaia di migliaia di persone.
Tanti sono i comitati e le organizzazioni che si occupano quotidianamente dei problemi sociali in Italia e anche in Molise: contro l’inquinamento, contro le trivellazioni dei territori, contro la violenza, contro l’invasione indiscriminata di pale eoliche e molto altro ancora. Sicuramente anche la politica nostrana si crogiola sulla scontata inerzia del popolo molisano.
Infatti, bisogna constatare che la presenza del popolo è sempre molto scarsa, sia negli incontri pubblici che nelle manifestazioni.
Si vedono sempre le stesse facce che combattono le battaglie di tutti.
Eppure il cittadino si lamenta nei bar, sui social netwok, nei ristoranti, a scuola, in palestra.
E’ un coro genale di scontento che, nel concreto, non produce molti risultati di partecipazione attiva.
Prima viene il lavoro (per chi lo ha ancora), poi la famiglia, poi gli amici, poi gli hobby.
In ultimo, quando si viene toccati da qualche ingiustizia, ci si lamenta su facebook.
Eppure quando siamo a tavola e guardiamo i telegiornali o i vari programmi di intrattenimento, ci rendiamo conto che sono concentrati solamente sulla cronaca nera.
Proprio il momento del pranzo o della cena, ci ricorda i problemi che affliggono tutta la nostra penisola ma, davanti a un piatto di cavatelli con sugo di “tracchiulelle” e a un bel pezzo di pane e “sauciccia” nostrana, dimentichiamo ogni afflizione.
Mangiare è uno dei quattro scopi della vita… quali siano gli altri tre, nessuno lo ha mai saputo. (cit)