In Molise la più alta mortalità sul lavoro per Covid
di Erika Angelone
Da un’indagine dell’Ossevatorio Sicurezza sul lavoro Vega Engineering di Mestre, basati su dati Inail sono emersi i dati dell’emergenza Covid sul lavoro. Tra le regioni con il più alto rischio di mortalità per Covid sul lavoro rispetto alla popolazione occupata, risulta esservi il Molise, oltre alla Campania, Liguria, Abruzzo e Puglia, in 21 mesi di pandemia. Tra gli indici più preoccupanti si rilevano quelli di Molise, dove si rileva che sono stati 8 i decessi tra i lavoratori molisani nel periodo gennaio 2020-settembre 2021.
Dall’indagine, inoltre, risulta che il maggior numero di vittime sul lavoro per Covid con il 25,6% delle denunce (193 decessi) spetta alla Lombardia, seguita da: Campania (98 decessi), Lazio (81 decessi), Piemonte (59), Puglia (54), Emilia Romagna (49 decessi), Sicilia (43), Veneto (33), Liguria (28 decessi), Abruzzo (26), Toscana (25), Marche (21), Friuli Venezia Giulia (10), Umbria (9), Molise, Calabria e Sardegna (8), Provincia autonoma di Trento (3), Valle d’Aosta, Basilicata e Provincia Autonoma di Bolzano (2). La fascia più colpita riguarda gli uomini che hanno un’età che varia dai 50 ai 64 anni.
I settori maggiormente colpiti sono quelli dell’Industria e dei Servizi, con una particolare attenzione al settore della Sanità e Assistenza Sociale, seguiti dal settore dei Trasporti e Magazzinaggi e poi dalle Attività Manufatturiere, del settore della Pubblica Amministrazione e Difesa ed infine, quello del Commercio e delle Costruzioni. Tra le professioni più colpite, invece, emergono gli addetti alla segreteria e affari generali, seguiti poi dai tecnici della salute, dai conduttori dei veicoli a motore, dai medici, dagli operatori sociosanitari ed infine dal personale non qualificato nei servizi sanitari e istruzione, come portantini, bidelli e ausiliari.
Altro dato da menzionare, riguarda l’alto numero di denunce per infortunio legate al contagio Covid 19 in questi 21 mesi, con un incremento nel mese di Settembre 2021. La fascia più colpita riguarda, questa volta. le donne con una fascia d’età che varia dai 50 ai 64 anni.