di Redazione

Una sala gremita, un silenzio carico di rispetto e una memoria che torna a farsi voce. Si è svolta il 19 dicembre scorso, presso la Biblioteca “Michele Romano” di Isernia, la presentazione del libro Il Piccolo Grande Soldato. Dal Don all’Ucraina: la neve e la guerra, opera dell’archeologo molisano Michele Raddi, oggi residente in Indonesia da oltre vent’anni. Un evento partecipato e intenso, che ha trasformato la pagina scritta in racconto collettivo, emozione condivisa, riflessione storica e umana.

Il volume è un omaggio sentito e profondo a Luigi D’Orsi, nonno dell’ex moglie dell’autore, uno dei tanti soldati italiani spediti sul fronte russo tra il 1941 e il 1945, protagonisti inconsapevoli di una delle pagine più drammatiche e nefaste della storia nazionale. Pochissimi fecero ritorno. Luigi D’Orsi sì, e la sua sopravvivenza diventa oggi testimonianza viva grazie al romanzo storico di Raddi, che restituisce dignità, voce e volto a un umile contadino molisano travolto dalla furia della guerra.

Attraverso una narrazione cruda ma profondamente umana, Il Piccolo Grande Soldato accompagna il lettore lungo un percorso tragico e costellato di eventi estremi: le trincee sul Don, il gelo, la fame, la morte onnipresente, fino alla lunga prigionia in Uzbekistan. In questo inferno bianco, la forza del legame umano diventa ancora di salvezza. Il compagno d’armi e compaesano Mario Sassi rappresenta per Luigi D’Orsi la speranza, la resistenza morale, la volontà di non arrendersi. Cinque anni di sofferenza, fino al ritorno in Molise e all’abbraccio con i familiari, che segna la fine della guerra ma non cancella le cicatrici.

La presentazione, moderata dal direttore di MoliseProtagonista Pietro Tonti, ha visto la partecipazione di autorità, appassionati di storia, studiosi e, soprattutto, dei parenti del compianto “Piccolo Grande Soldato”. Un momento di comunità e memoria, in cui il racconto individuale si è fatto storia collettiva.

I realatori della presentazione da sinistra Damiano Parravano, Michele Raddi, Pietro Tonti e Enzo Antonio Cicchino, In video collegamento Giovanni Soncelli

Di grande rilievo l’intervento del presidente dell’U.N.I.R.R. (Unione Nazionale Italiana Reduci di Russia), Giovanni Soncelli, che ha illustrato il lavoro svolto negli ultimi anni per il recupero delle salme dei soldati italiani caduti in Russia. Dal 2016, ha ricordato, sono stati compiuti importanti passi avanti, con il ritrovamento in un’area specifica della campagna russa dei resti di 16 soldati, tra cui due italiani: un lavoro di pietas e memoria che restituisce identità e dignità a chi fu inghiottito dall’oblio.

Il presidente dell’associazione Linea Gustav, Damiano Parravano, ha invece guidato il pubblico nei luoghi della memoria del protagonista del libro, sottolineando il valore storico e simbolico di quei territori segnati dal passaggio della guerra. Il percorso editoriale dell’opera è stato approfondito con competenza dall’autore Rai e saggista Enzo Antonio Cicchino, che ha evidenziato la solidità narrativa e la capacità del testo di coniugare rigore storico ed emozione.

Le conclusioni affidate all’autore Michele Raddi hanno rappresentato il momento più toccante dell’incontro. Parole sentite, cariche di rispetto e gratitudine verso chi ha vissuto l’orrore della guerra sulla propria pelle. Emozione viva, lacrime sincere e una profonda partecipazione hanno accompagnato un pomeriggio che resterà impresso nella memoria dei presenti.

Il Piccolo Grande Soldato non è soltanto un libro di storia, ma un monito. Dal Don all’Ucraina, come recita il sottotitolo, quella terra continua ancora oggi a soffrire. La storia insegna, ma l’uomo troppo spesso non ascolta. Le guerre continuano a mietere vittime innocenti, lasciando sul campo desolazione, povertà e dolore.

Resta, però, la traccia indelebile di un piccolo grande molisano che ha resistito all’orrore, simbolo di un’umanità semplice e forte, capace di sopravvivere anche quando tutto sembra perduto. Una memoria da custodire, oggi più che mai.