di redazione
Un appello forte, diretto, senza giri di parole. È quello lanciato da Sua Beatitudine Maurizio Raimondo, Patriarca II della Chiesa Vetero Cattolica Apostolica Missionaria, ospite della trasmissione Live Today dedicata al sociale.
Nel corso del suo intervento, il Patriarca ha tracciato un quadro inquietante delle fragilità che attraversano il Molise, evidenziando la necessità di coordinare un’azione decisa negli aiuti umanitari destinati a giovani, famiglie e anziani in difficoltà.
“La nostra opera è diretta alla persona, non ai riti”
Raimondo ha spiegato che la missione della sua Chiesa non si incentra su ritualità o liturgie complesse, ma su un impegno concreto, quotidiano, destinato ai più deboli:
<<Il nostro apporto al sociale è diretto alla persona attraverso il CEIC – il Centro Ecumenico Impegno Culturale e l’Associazione “Gli Operai di Maria” strutture che operano da circa 30 anni in Campania e nel Lazio. Rifuggiamo dai riti ecclesiastici, andiamo direttamente nelle case, nelle famiglie, tra chi ha più bisogno”. Importante evidenziare come nella Laudato si’, Papa Francesco abbia manifestato un forte spirito ecumenico, cioè di dialogo e collaborazione con le altre Chiese cristiane: siamo a disposizione per offrire il nostro contributo alla società molisana.>>

Secondo il Patriarca, la situazione socio-economica del Molise sta peggiorando rapidamente.
L’aumento del costo della vita, le bollette sempre più alte, il precariato diffuso e la mancanza di servizi starebbero trascinando nella povertà non solo gli indigenti, ma anche chi fino a poco tempo fa apparteneva al ceto medio.
Giovani senza riferimenti, anziani soli, famiglie allo stremo
Nel suo intervento, il Patriarca ha denunciato non solo la povertà materiale, ma anche quella educativa e culturale, che oggi colpisce soprattutto i giovani:
“I giovani non hanno riferimenti, non hanno luoghi di aggregazione che esaltino cultura, musica, arte. Sono soli. E quando si perde il senso di comunità, si perde tutto”.
Accanto ai giovani, crescono i disagi degli anziani, spesso soli, e delle famiglie segnate da precarietà, bollette insostenibili e mancanza di supporto istituzionale.
Il CEIC: progetti concreti, ma ignorati dalle istituzioni
Il Patriarca ha ricordato che il CEIC è già attivo da anni in progetti reali, spesso condotti in collaborazione con istituzioni giudiziarie.
Tra gli interventi citati:
- progetti di reinserimento per detenuti, in collaborazione con il Tribunale di Campobasso;
- supporto a persone colpite da alcolismo, droga e dipendenze da gioco;
- assistenza e percorsi per donne vittime di violenza;
- attività di reinserimento professionale attraverso l’apprendimento di mestieri e arti manuali.
“Questo è il CEIC”, ha affermato. “Una struttura che esiste, opera, e ha competenze riconosciute. Ma non viene sfruttata.”
L’appello finale: “Politica e istituzioni, permetteteci di aiutare”
Il Patriarca Raimondo, che vive in Molise da cinque anni, ha lanciato un appello accorato:
“Le istituzioni non sfruttano le potenzialità del CEIC, nonostante ci sia un bisogno urgente di strutture competenti nel sociale. Mi rivolgo alla politica e alle istituzioni: metteteci in condizione di aiutare i molisani. Siamo pronti, competenti e disponibili. Non lasciate sole queste persone.”
Un messaggio che, nel pieno di una crisi sociale sempre più evidente, suona come una richiesta di aiuto — ma anche come una proposta concreta da non ignorare.






