Il parco archeologico di Sepino come occasione storica per il territorio

La Rete di tutela ambientale di Campania, Molise e Abruzzo è nata da un Progetto di Associazioni, Comitati e persone che hanno a cuore il paesaggio, l’ambiente naturale, la biodiversità e lo sviluppo ecosostenibile, riconoscendo questi valori come unica “politica comune” nei confronti dei territori e dei loro abitanti, e delle Istituzioni a cui si rivolge. Le idee e le iniziative che animano questo Progetto sono, pertanto, trasversali ai vari settori di interesse e di attività di chiunque vi partecipi, e avulse da idee e orientamenti di Partiti, intendendo richiamare e coagulare energie volte ad un’azione civica di difesa del paesaggio- ambiente e della salute dei cittadini, entrambi tutelati dalla nostra Costituzione. In tal senso si intende promuovere una capillare comunicazione e coinvolgimento delle più vaste platee sui rischi ambientali legati a progetti che sconvolgono e degradano l’assetto naturale, e sulle azioni a tutela.

Sulla strada del riconoscimento e della tutela del nostro patrimonio ambientale, storico e paesaggistico, la recente decisione del Consiglio dei Ministri di istituire il Parco Archeologico di Sepino, Museo autonomo, si pone come una pietra miliare, oltre a rappresentare un tassello importante del percorso di riforma del sistema museale nazionale, intrapreso dal 2014 dal Ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini, oggi Ministro della Cultura, a cui il 24 giugno scorso Italia Nostra ha indirizzato una lettera. Nel plaudire ad un’iniziativa che sarà di grande impatto per tutto il Molise e che finalmente riconosce e valorizza l’ importante sito archeologico perfettamente inserito nel contesto ambientale della Valle del Tammaro, nella nota si pongono in luce gli insediamenti e le culture che evidenziano “nel fitto e consistente intreccio di beni e paesaggio” i valori che si riconnettono a questa Istituzione, tali da disegnare naturalmente la creazione di un auspicato “grande Parco archeologico nazionale”. A questo proposito vengono sottolineati importanti elementi di unitarietà ambientale : i beni archeologici diffusi e appartenenti a vari periodi storici, la fiorente economia agricola, i tracciati di moderne e antiche viabilità legate alla cultura del territorio, come il tratturo, o gli elementi di una primitiva architettura rurale che, nella sua intima fusione col paesaggio, testimonia di un’ identità di radici e tradizioni che ha più che mai bisogno di tutele per non scomparire. Il tutto in un quadro urbanistico e paesaggistico coerente e con un’organizzazione di risorse adeguate e competenti. La Rete delle Associazioni e dei Comitati ambientali si unisce alle indicazioni e agli auspici espressi nella nota di Italia Nostra, e vuole evidenziare, inoltre, che la creazione di un Parco archeologico i cui confini vengano estesi dalla stretta area archeologica di Saepinum al circostante e vasto territorio della valle del fiume Tammaro, identitario di cultura e valori univoci e raccordabili, risponde a un’imprescindibile esigenza di tutela paesaggistica e ambientale che si irradierebbe fino al fulcro del territorio. Se è chiaro, infatti, che una tutela estesa riguarderebbe ricchezze storiche e culturali di incommensurabile valore e, in qualche caso, di patrimonio culturale internazionale, è altrettanto chiaro che in questo caso la matrice territoriale proteggerebbe come perla del contesto la stessa Saepinum . Un interesse e una salvaguardia limitati esclusivamente all’area della città romana renderebbe possibile, infatti, deturpare il paesaggio con impianti eolici o di stoccaggio e trattamento di rifiuti impattanti a ridosso dei resti antichi in maniera brutale e incompatibile con l’armonia e la bellezza di un luogo storico che nel 2019 ha visto la presenza di oltre 27.000 visitatori. Il timore è reale. Basti pensare a tutte le lotte effettuate da decenni contro le installazioni di colossali pale eoliche che, a scadenze più o meno fisse, minacciano proprio questa zona, una delle più preziose e rappresentative della nostra Regione, che un’ occasione storica come la creazione di un grande Parco archeologico protetto metterebbe al riparo da una devastazione paesaggistica e ambientale. La Rete sostiene il Parco Archeologico e il Parco Nazionale del Matese in quanto rappresentano insieme quell’ idea forte di sviluppo territoriale autentico che si proporrà in ogni iniziativa, un’idea che è radicalmente alternativa alla logica di asservimento funzionale ai soli interessi delle lobbies dei rifiuti, dell’eolico, della speculazione edilizia.