di Pietro Tonti

Ieri siamo ritornati sulla questione Musec e abbiamo ribadito il silenzio assordante dell’amministrazione comunale di Isernia sulla questione della chiusura del museo dei costumi che è ancora ubicato (seppur chiuso)  al piano interrato del palazzo provinciale in Via Berta ad Isernia. Abbiamo evidenziato come i Consiglieri comunali del PD a Campobasso, attraverso una mozione, hanno richiesto al Sindaco e alla Giunta un intervento per sottrarre ad Isernia il Musec.

Dobbiamo invece fare una rettifica, in quanto lo stesso Antonio Scasserra proprietario e Direttore del Musec, ci ha informato che nei giorni scorsi è stato contattato dal Sindaco D’Apollonio, il quale si è posto a disposizione, proponendogli alcuni locali dell’auditorium Unità d’Italia per un eventuale trasferimento del museo, qualora non si giungesse ad un accordo, facendo intendere che da Isernia il Musec non deve andar via. D’Apollonio avrebbe dato la disponibilità di un impegno a reperire anche i fondi, qualora se ne ravvedesse la necessità, se tra provincia e regione non si raggiungesse un accordo.

In molti, sulla questione Musec, soprattutto politici e amministratori, come emerge  da alcuni rumors,  pensano che Scasserra faccia solo i suoi interessi personali, nell’insistere a portare  avanti la critica ad oltranza contro la politica in generale,  colpevole di aver chiuso il Presidio Turistico a Giugno e con esso anche il Musec, per raggiungere lo scopo della riapertura e un nuovo contratto. I comunicati stampa di Scasserra e le interviste circostanziate contro chi fino a ieri ha sostenuto il museo e l’intero progetto provinciale del turismo parrebbero non graditi.

Bisognerebbe leggere le carte e guardare attentamente i bilanci dell’ente provinciale, per comprendere le motivazioni di questa momentanea chiusura del Presidio Turistico e connesso Musec – pensiamo – tendente a risanare storture economiche pregresse.

Ad avvalorare questa ipotesi, sarebbero i documenti in possesso alla provincia di Isernia, dove parrebbe che “laute” somme di  denaro, stanziate negli anni per il Musec  sarebbero confluiti nella gestione del museo, nelle tasche del direttore Scasserra. Vero o falso non ha importanza e, certamente non minimizza o sminuisce il lavoro indefesso portato avanti negli anni per la formazione della collezione privata dallo stesso Scasserra.

A prescindere anche da questa ipotesi, dagli interessi naturali che possano emergere per chi ha pensato e realizzato il Musec, oltre alla politica, a  quel centro sinistra al governo regionale per diversi anni che pensò e realizzò il museo, è anche vero che il Musec è divenuto un riferimento da spendere per il turismo e anche per manifestazioni all’estero e in Italia, quale testimonianza della storia e della cultura del Molise, senza alcun dubbio.

Sicuramente Scasserra negli anni si è prodigato per raccogliere e collezionare abiti antichi e gioielli con l’intento lungimirante di creare un museo, ne ha fatto il suo destino esistenziale. A prescindere, crediamo sia comunque doveroso ringraziare  tutti i vari attori  della politica che nel corso degli anni, con altrettanti amministratori provinciali e regionali  si sono alternati alla guida del Molise, per consentire al Musec di sopravvivere, a prescindere dai colori politici.

Sappiamo che il Presidente Toma e l’Assessore regionale Cotugno, con il Presidente attuale della Provincia Ricci, si stanno facendo in quattro per trovare le somme da utilizzare per la gestione del Museo e la sua riapertura, nonostante gli interessi privati di Antonio Scasserra.

Il pensiero di chi amministra è sicuramente attento a non negare a nessuno le opportunità e l’importanza del proprio lavoro. Vi sono anche altri due musei di rilevanza internazionale in provincia di Isernia che meriterebbero attenzioni economiche notevoli e una istituzionalizzazione, parliamo del Museo Winter Line di Venafro e Il Museo Internazionale della Seconda Guerra Mondiale di Rocchetta al Volturno, di proprietà di privati. Non si può finanziare solo il Musec e gli altri restano a bocca asciutta. Se si promuove il Musec, non vediamo per quale motivo non si dovrebbero stanziare fondi per gli altri due, sicuramente di valore inestimabile tutti e tre senza temi di smentita.

Non vorremmo che solo l’attenzione mediatica facesse protendere verso la sola istituzionalizzazione e stabilizzazione del Musec, non sarebbe giusto, mentre gli altri e due musei diverrebbero figli di un Dio minore.

La politica e gli amministratori lo sanno, sono quindi alla ricerca di una strada che non li ponga in errore.