di Redazione

Certamente il Cis e i 220 milioni di euro stanziati per il Molise nel contratto istituzionale di sviluppo, hanno destato perplessità e delusioni nel basso Molise dove non arriverà quella pioggia di milioni di euro attesa per tanti progetti presentati, ma anche Venafro che non potrà contare di riammodernare il centro storico come da progetto non approvato tra i 66 finanziati, oltre al progetto dell’aviosuperficie scartato inspiegabilmente.

Di maggiore attenzione sono i 129 milioni di euro approvati per i tratturi, una cifra enorme che ha fatto sobbalzare dalle sedie tanti molisani che non comprendono come tanto denaro verrà speso in questa direzione.

Molti sono convinti che i molisani grazie al Governo dovranno tornare a pascolare le pecore, vista la mancanza di lavoro e quindi spendere una cifra così colossale avrebbe senso per un ritorno in massa alla pastorizia e alla transumanza.

Poi, pian piano si scopre un progetto che coinvolge lo sviluppo turistico lungo i tratturi: “recupero e valorizzazione del percorso tratturale e incentivazione e potenziamento dell’offerta turistica”. Progetto che coinvolge il comune di Campodipietra capofila di 61 comuni molisani dove ricade il passaggio tratturale.

Ebbene, sui 330 chilometri del tratturo Pescasseroli Candela, verrà realizzata per tutto il percorso una pista pedonabile e una ciclabile, oltre a regalare denaro ai 61 comuni per realizzare sui loro territori il necessario per creare da zero un’offerta turistica, un’incoming, una filiera in grado di valorizzare i tratturi e i comuni che ricadono lungo il suo percorso, con tabellonistica adeguata e directory per i viaggiatori.

Tutto bene, tutto sano e genuino, una proposta che sulla carta, il Governo Conte forse ignora le fatiche dell’assessorato al turismo regionale, il quale per la prima volta, sta tentando di stimolare una filiera turistica che nelle regioni normali parte dai cittadini come iniziative alberghiere, di incoming e le istituzioni sono necessarie a creare infrastrutture, viabilità accessibilità alle mete turistiche.

Qui manca l’abc del turismo e al contrario le istituzione devono stimolare i cittadini dormienti e desiderosi del posto fisso alla “Zalone”.

I grandi sforzi dell’assessore Cotugno e del governatore Toma in questa direzione, i quali credono nel futuro turistico come panacea risolutiva dei mali endemici del lavoro, potrebbe rivelarsi un’opera ciclopica, ma vale la pena provarci con tutti i mezzi.

Ma Cosa si rischia con i 129 milioni regalati dallo Stato per il tratturo, senza ancora una filiera turistica?

E’ chiaro che una filiera quando nasce ci vogliono anni per testarla e aggiornarla. Certamente il passato ci insegna come tante opere che hanno avuto contributi regionali o comunitari in attesa di un turismo mai decollato fino ad oggi, sono ridotti a rovi ed erbacce, l’elenco è lungo, anche il tratturo potrebbe avere la stessa sorte.

I comuni che dovranno ogni anno e in tutte le stagioni provvedere a ripulire e tenere sempre in ordine il loro tratto di pista tratturale per la fruizione di quello che è considerato il turismo lento, come la filiera che non decolla, avranno bisogno di investire sulla manutenzione, e sappiamo che la maggioranza delle unità locali non hanno denaro nemmeno per l’ordinaria amministrazione, figuriamoci per manutendere lunghi tratti di tratturi.

Perplessità e ancora perplessità, la scelta del turismo lento in una regione che va a due all’ora forse era la soluzione ottimale che meritavano i molisani? Chissa.