di Domenico Angelone

Potrebbe apparire strano che il Molise non abbia partecipato con un proprio stand alla Borsa internazionale del turismo di Milano, la famosa Bit in corso dal 9 all’11 febbraio.

Apparirebbe ancora più strano oggi ad inizio 2020, in quanto per la prima volta in assoluto la regione Molise ha avuto una visibilità mondiale, prima per il riconoscimento della transumanza quale patrimonio immateriale dell’Unesco, poi per il New York Times che ha decantato le lodi della nostra regione consigliandola come meta da visitare nel 2020; ed ancora  per i programmi nazionali che sulla scia del famoso giornale statunitense non hanno mancato di rimarcare le bellezze del Molise e  consigliare di visitarlo.

Quindi ci si aspettava un’ampia partecipazione della regione Molise con un proprio pacchetto turistico alla Bit.

Nulla di allarmante, l’Assessore al Turismo e al Marketing territoriale Vincenzo Cotugno, pare che abbia le idee ben chiare. Alla Bit si va con un piano delineato, forse prematuro ancora. Visto che dopo nove anni, nel 2017 il Molise è tornato a Milano alla borsa del turismo stimolato solo dall’Azienda Autonoma Soggiorno e Turismo di Termoli e del Molise Orientale.

La promessa nel 2018 di Cotugno fu quella che il Molise alla Bit non avrebbe più partecipato se non si fosse elaborato un piano del turismo regionale che avrebbe dato agio a tutto il Molise non solo alla costa adriatica. Ebbene quel piano è stato strutturato, elaborato e presentato. Ora è il momento di agire. Cotugno lo fa in prima istanza attraverso un’azione utile, prima di lanciarsi di nuovo su un bacino mondiale come la Bit.

Senza tour operator, quindi senza un pacchetto credibile la Bit non avrebbe avuto senso nel 2020.

Oggi che vi sono delle linee guida certe e certificate, si può procedere. L’Assessore al Turismo si muoverà come è nel cronoprogramma, invitando nel 2020 in più appuntamenti, in Molise gli stakeholder del turismo. Presentando un proprio pacchetto per poi trovare le giuste dimensioni del target di riferimento e darlo in gestione ai tour operator, affinchè non si disperdano gli sforzi fatti fino ad oggi di un rilancio turistico del Molise.

Questo modus operandi appare il più sano di tutti i tempi, concreto e senza false illusioni. Qualcosa di buono si sta facendo per il Molise turistico come non si è mai fatto negli ultimi 56 anni nella nostra regione, ora devono crederci i molisani, investendo sul proprio territorio e abbandonare l’atavica idea assistenzialista e del posto fisso. Questo è il momento.