di Claudia Mistichelli

A fronte della nuova politica nazionalista del neo presidente Trump, gli Stati Uniti hanno ritirato la firma al TTIP (Trattato di liberalizzazione con i Paesi del Pacifico che avrebbe garantito condizioni di accesso preferenziale al mercato statunitense a tutti quei Paesi del Pacifico concorrenziali con le sue manifatture).

In effetti è stata solo formalizzata una decisione stabilita, dal governo statunitense, prima delle elezioni. La globalizzazione del mercato è in discesa e non ha portato gli effetti sperati.

Invece, entro marzo, entrerà in vigore il CETA (un accordo di libero scambio tra Canada e Unione Europea).

La previsione dei sostenitori di questo trattato, auspica una crescita del commercio tra Europa e Canada con un conseguente rilancio dell’economia. Il trattato prevede l’eliminazione delle barriere doganali, garantendo la sicurezza e la tipicità dei marchi.

Inoltre, sarà più facile per le aziende europee investire in Canada e viceversa, in caso di controversie sarà istituito un arbitrato internazionale con giudici canadesi ed europei. Immaginiamo bene perché la politica italiana sia protesa verso questo accordo.

L’obiettivo delle grandi aziende e dei produttori italiani, è quello di investire in Canada per avere dei benefici economici sicuri. La speranza del popolo italiano, invece, è rivolta alle poche aziende rimaste sul nostro territorio, che non spariscano come chi le ha precedute, investendo all’estero e togliendo posti di lavoro.

La domanda nasce spontanea: per una regione come il Molise cosa cambia con il trattato CETA?

Si presume assolutamente niente, cosa abbiamo da esportare o investire in Canada? Il Molise sta attraversando una forte crisi in tutti i settori: l’industria manifatturiera caput; l’industria saccarifera caput; la filiera avicola caput.

Le produzioni locali sono sufficienti per un consumo interno e non permettono un’esportazione di grandi quantitativi. Rimane soltanto il settore turistico da pubblicizzare in Canada. Purtroppo, con le strade disastrate, la tratta ferroviaria obsoleta e l’assistenza sanitaria quasi inutile, previsione positive per un turismo in Molise non saranno possibili.

Sicuramente altre regioni italiane, più lungimiranti, staranno investendo e sviluppando idee nel proprio territorio, per godere dei benefici di grandiosi accordi internazionali come il CETA.