di Pietro Tonti
Non solo la fuga dei cervelli, dei giovani e dei disoccupati cinquantenni, a cui siamo abituati da anni senza rimedi. E’ iniziato l’esodo dei medici negli ospedali, i quali guardandosi intorno da mesi, assumono all’unanimità una decisione drastica, quella di scappare dal Molise.
Turni massacranti, con Un Pos che non offre certezze e aspettative di miglioramento, anzi, si ignora che fine faranno i reparti; non si appura quale sarà l’organizzazione; chi saranno i primari con eterni ricorsi a facenti funzione, più utili del primario con titoli, più inclini a scendere a compromessi, in un contesto sanitario che non offre garanzie di continuità.
I medici in costante precarietà con doppi e tripli turni, dove la vita viene annientata dalla routine lavoro, casa, lavoro, è impensabile che un serio professionista non protenda verso una situazione più gratificante.
In Molise la carriera è bruciata da una pessima organizzazione e da una distanza siderale dai grossi centri. L’approdo in altre realtà ospedaliere, soprattutto dei medici 30enni e 40enni è una scelta di opportunità, dove in aree metropolitane blasonate e comunque in penuria di medici e infermieri, trovano l’esimio professore, il pubblicatore, direttore e congressualista. Una scelta che permette al professionista di imparare ed elevare la sua conoscenza e, magari metterla a disposizione eventualmente per altre strutture, nel momento in cui avranno voglia di cambiare, con l’opportunità di ottenere emolumenti in rilancio. Resteranno negli ospedali molisani, per il momento, solo gli anziani medici prossimi alla pensione.
A questo punto c’è da chiedersi, se i bandi di concorso per reclutare personale medico indetti dall’Asrem, sortiranno effetti positivi. Vista la penuria di medici anche negli ospedali maggiori in tutta Italia, quale il valore aggiunto di partecipare ad un concorso per un medico nel Molise?
A parità di offerta chi si prodigherà nella missione ospedaliera in questa regione dalle tante precarietà e incertezze?
Anche il DG Florenzano ieri con un ottimismo velato da quella realtà effettuale drammatica, cercando di minimizzare la situazione esodi, rendendo edotto il pubblico dei concorsi per i medici, si è lasciato andare ad un: “speriamo che partecipino”.
Una speranza che dovrebbe essere supportata da uno sprone, da idee di una gestione sanitaria allettante e lungimirante che manca. I vecchi metodi gestionali non hanno pagato fino a oggi e il tutto si scarica sull’ultima ruota del carro, i cittadini molisani, sempre più posti nella condizione di non avere quei livelli di assistenza garantiti dalla Costituzione, che risultano sempre meno erogati con sufficienza.