di Pietro Tonti
Abbiamo rilanciato il turismo nel Molise visibile negli ultimi cinque anni grazie a fondi mai avuti prima e al grande impegno dell’Assessore regionale Vincenzo Cotugno, questo è innegabile, ma quando poi parliamo di lungimiranza, di bellezze della nostra terra, siamo limitati e non vediamo oltre il nostro naso.
Il caso è sotto gli occhi di tutti e ci riferiamo ai lavori in corso sul viadotto del Liscione, in agro di Guardialfiera. Prima dei lavori per il turista di passaggio era facile buttare uno sguardo alla meraviglia del nostro lago e questo ponte lunghissimo che l’attraversa, un vero serpentone immerso coi piloti nelle sue acque, dava l’idea di un Molise moderno da scoprire, da ammirare e da godere.
Oggi, non si spiega il motivo della cecità architettonica e totale, sia dei progettisti che del viadotto, dove transitando con le auto si è costretti in un lungo new jersey rivestito di alluminio, che incanala l’automobilista in una sorta di tunnel a cielo aperto, negando il paesaggio circostante su tutti e due i lati.
Ignoriamo quale sia stata la scienza che ha portato l’ANAS a barricare il ponte sul Liscione alla vista panoramica. Se parliamo di sicurezza contro eventuali salti nel lago, ricordiamo che il Ponte Morandi a Genova, ricostruito in brevissimo tempo, non ha negato la visibilità agli automobilisti, permettendo loro, con barriere moderne ed eleganti, di poter ammirare il paesaggio circostante.
Nel Molise, le poche cose buone, cerchiamo di custodirle gelosamente, ma negarle alla vista ci sembra esagerato e inopportuno, il caso della benda totale al nostro viadotto è assolutamente deprecabile e anche discriminante, infatti solo i turisti in Pullman e in Caravan possono osservare e ammirare il lago di Guardialfiera, passeggeri posti più in alto rispetto alle cieche barriere di cemento; per tutti gli automobilisti vi è la condanna all’oscurità. Quindi, turisti di serie A in bus e caravan e turisti di serie B in auto. Viva il Molise, o via dal Molise?