Il futuro del Molise non si costruisce con i ‘No’
di Christian Ciarlante
Il Molise deve decidere in fretta la direzione da seguire per far progredire il territorio e impedire la desertificazione del nostro tessuto produttivo. Basta con i ‘No’ che non consentono di volgere lo sguardo verso un futuro fatto di progresso. E’ inaccettabile e dannoso continuare, ostinatamente, a non voler vedere più in là del proprio naso; motivo per il quale perdiamo posizioni nella classifica della produttività, del livello di crescita industriale e dell’occupazione.
Dobbiamo superare il concetto di regione “bomboniera” da preservare come fosse un panda a rischio estinzione. Non possiamo permetterci il lusso di avere paesaggi belli, incantati, posti da sogno, mare e montagna solo da esporre sulle brochure. Per attrarre turisti in Molise non è sufficiente vendersi come territorio incontaminato, ma è necessario anche dotarsi di una rete stradale che permetta di arrivare in modo rapido e sicuro a destinazione. Senza dimenticare l’importanza delle strutture ricettive che devono essere in grado di offrire al turista un’esperienza all’altezza delle aspettative. Con l’improvvisazione e senza investimenti mirati non c’è possibilità di sviluppare un turismo produttivo. In sostanza, si tratta di diventare moderni, copiando anche dai modelli di altre regioni se si vuole ottenere un adeguato ritorno economico.
Senza la qualità non possiamo essere competevi. Questo ci porta a riaprire il discorso legato all’autostrada o alla superstrada a 4 corsie di cui discutiamo da tempo senza arrivare mai a nulla di concreto. La mancanza di un’opera stradale strategia, di fatto, rende impossibile ogni ipotesi di sviluppo del nostro territorio. Solo nel 2020 sono iniziati i lavori di ammodernamento della linea ferroviaria Roccaravindola-Isernia-Campobasso che dovrebbero concludersi a fine 2021 (salvo imprevisti). Dunque, a breve sarà possibile andare da Campobasso a Roma e a Napoli in meno di tre ore, viaggiando in sicurezza su una linea completamente elettrificata e moderna.
I ‘No’ hanno tarpato le ali, quasi sempre, ad una regione che ha fame di sviluppo e modernità, ma anche la classe politica ha forti responsabilità in merito:
– Abbiamo archiviato, il progetto “Gran Manze” che intendeva realizzare un insediamento per l’allevamento di capi di bovini in basso Molise, per l’aperta ostilità della popolazione e di alcuni politici locali. La Granarolo ha fatto retromarcia vista la volontà espressa dai molisani di non gradire un insediamento che avrebbe danneggiato irreparabilmente il Molise, in particolare la sua agricoltura e la sua zootecnia;
– Il progetto dell’aviosuperficie (piccolo aeroporto) non riesce a decollare nonostante se ne parli dal 2017 e molti imprenditori hanno accolto con entusiasmo il progetto. Un’opera destinata a voli privati, di protezione civile e di sanità, pubblica e privata. Anche su questo progetto non sono mancate le polemiche che, ancora una volta, rischiano di far saltare il progetto;
– Rammentiamo anche la questione relativa all’incubatoio Gam che avrebbe dovuto rilanciare la “filiera avicola molisana” ma che, a causa dello scontro tra Amadori e Regione sul bando, ha prodotto l’ennesimo buco nell’acqua;
– Non siamo riusciti a portare sul territorio molisano il nuovo polo logistico Amazon che avrebbe creato 3mila posti di lavoro;
– Infine, in questi giorni, si sta allargando il fronte del ‘no’ all’idea di un imprenditore canadese che vorrebbe realizzare, nella zona della marina di Montenero, ville signorili ed edifici a 8, 10, 12, 15, 20 e 25 piani per un totale di più di 11mila alloggi. Parliamo di un investimento di circa 3 miliardi di euro.
A tal proposito, è partita una petizione indirizzata alla Giunta regionale del Molise per dire ‘no’ alla realizzazione del progetto a Montenero di Bisaccia che non ha nulla di sostenibile e anzi, al contrario, avrebbe effetti irreversibili su quel territorio. Una colata di cemento senza precedenti che devasterebbe 160 ettari sulla costa molisana.
Questi sono solo alcuni esempi, ma la lista è ben più lunga. E’ ora di decidere se vogliamo rimanere il Contado di Molise o se abbiamo intenzione di cogliere le opportunità che si presentano e che si presenteranno con il ritorno nell’ex Obiettivo 1. Andremo a fare le pulci a chiunque voglia investire nella nostra regione? Il futuro passa attraverso la “transizione ecologica” che rappresenta il processo per realizzare un cambiamento pervasivo nel pieno rispetto della sostenibilità ambientale, riguardante: lavoro, istruzione, impresa. Con qualche ‘no’ in meno, ma soprattutto con qualche ‘sì’ in più, avremo la possibilità di gettare le basi per nuovo modello economico e sociale di sviluppo. Saremo all’altezza della sfida?