di Pietro Tonti
Premetto che sono contro gli “Ordini” sia degli Avvocati, dei Commercialisti e soprattutto dei Giornalisti, ma in genere tutte le categorie che si identificano in un ordine.
Dobbiamo informare che solo in Italia esiste l’ordine dei Giornalisti e questo la dice lunga. Dove vi è un ordine sicuramente vi è un disordine. Quindi l’ordine dovrebbe provvedere a mettere in riga una categoria di persone litigiose – uno contro l’altro – che pur lavorando nello stesso settore, sono incapaci di dialogare, di affrontare i problemi del quotidiano agire e quindi si ravvede la necessità di un organo che dia a questi scellerati, la possibilità – appunto – di fare ordine nella propria vita lavorativa e programmare il futuro, in quanto incapaci di farlo singolarmente.
Se esiste l’ordine dei Giornalisti, per quale motivo non vi è quello degli scrittori? Forse sono in grado di gestirsi da soli e non hanno bisogno di elegge tutor: chissà?
A prescindere da questa breve dissertazione. Nell’Ubi major di questo ordine, ieri si sono svolte le elezioni per eleggere i nostri rappresentanti. Dopo la premessa e il punto di vista estremamente personale. Bisogna dire che nel Molise vi è la necessità dell’Ordine dei Giornalisti, in quanto la maggioranza delle controversie si hanno tra colleghi e qui interviene l’Ordine con la sua sagacia a ripristinare proprio “l’ordine” ammonendo, condannando o assolvendo, il giornalista inquisito.
Vi è anche il risvolto giudiziario per tanti di noi, poveri giornalisti molisani, la maggioranza sottopagati, sempre denunciabili per diffamazione a cui l’Ordine cerca di tutelare, almeno con vicinanza epistolare.
Vi è da dire che come i medici, da qualche anno, sono stati inseriti i crediti formativi, che hanno dato un significato al lavoro di noi giornalisti, ma gli scrittori no, quelli sono esenti da tutto e non hanno nessun controllo: beati loro!
In questo contesto, come tanti altri in cui si dimena l’umano agire, si distinguono alcuni, si adombrano altri, forse per incapacità, per forma mentis e non riscuotono quei consensi che magari avrebbero voluto, risultando addirittura indesiderati.
Questo accade in ogni contesto in cui bisogna adoperarsi con una scelta, sia essa politica o essenzialmente elettiva. E ieri nel contesto delle votazioni per eleggere i giornalisti rappresentanti di tutti noi, la scelta plebiscitaria è ricaduta sull’eccelso, l’esuberante, l’attivissimo Vincenzo Cimino.
Non poteva essere altrimenti, ha raccolto 422 preferenze su 462 votanti, un vero attestato di stima, a dimostrazione che negli anni Cimino è stato capace di conquistare tutti noi per simpatia, ma soprattutto per la disponibilità e la competenza nel dedicarsi anima e corpo alla sua missione, quella dell’Ordine dei Giornalisti quale Consigliere Nazionale e con giusta competenza, pronto ad intervenire in difesa dei singoli colleghi denunciati o assolti.
Il Dott. Cav. Vincenzo Cimino Musicista e insegnante di professione, è dotato di un’acume, di quella” intelligentia” e curiosità che lo hanno portato negli anni a spaziare in altri segmenti e a perfezionare il suo Know-hou nelle normative giuridiche, le leggi che regolamentano lo status di Giornalista e le sue più intrinseche responsabilità, in grado di tutelare la nostra professione in ogni sede. Senza temi di smentita, Vincenzo Cimino è degno di rappresentarci tutti quale futuro Presidente dell’Ordine regionale del Molise.
La sua lista a questa tornata elettorale ha eletto al primo turno Cosimo Santimone, Pasquale Bartolomeo, Antonio Chiatto, Marcella Tamburello e Luigi Albiniano, ottenendo la maggioranza del Consiglio.
All’amico fraterno Vincenzo Cimino– (a prescindere dalle mie personali considerazioni sulla necessità o meno di un Ordine) a cui abbiamo rivolto le nostre aspettative futuribili di gestione dell’ODG del Molise, giungano i migliori auguri dal sottoscritto e dalla nostra redazione.