di Pietro Tonti

Iniziamo con una premessa, siamo convinti sempre più che l’ospitalità profuga nel Molise sta generando delle gravi difficoltà di ordine pubblico e sanitario e i nostri amministratori conniventi a tutti i livelli, potevano evitare di affrettarsi a contribuire al business facile con il denaro dello Stato nel mettere su cooperative, fagocitando l’ingresso di sempre maggiore unità di ospiti africani.

Lo Stato se ne lava le mani, come il governo regionale che autorizza l’apertura di villaggi lager a San Giuliano di Puglia.

Un Governo che scelleratamente propone attraverso le prefetture la destabilizzazione dell’Italia con la questione migranti, non è uno Stato che vuole il bene dei cittadini.

Per un momento poniamoci a capo di una delle tante cooperative sorte per la gestione dei migranti. Vista la disoccupazione cronica dei molisani, l’avvento degli immigrati pagati dallo Stato, per molti è stata una vera manna per sbarcare il lunario?

Macchè, per fare soldoni con la pala e che soldoni, 35 Euro al giorno, moltiplicati per il numero dei soggetti ospitanti, spesso ogni struttura ne ha in carico da 50 a 100, vi lascio immaginare senza ricorrere ad una moltiplicazione aritmetica elementare di cosa parliamo: puro business celato nella cristiana fede per l’amore del prossimo: non si era mai vista una tale mole di denaro promessa e mantenuta dallo Stato in una regione così disastrata.

“Salti chi può” recita un vecchio detto molisano e sui migranti sono molti che sono letteralmente zompati ad accaparrarsi gli ospiti. Saranno i nuovi ricchi dei prossimi anni se continua di questo passo. Chi si è salvato dai fallimenti, vecchi albergatori, ora si sparano pose con il sigaro in bocca da grandi manager;

altri con le mani in pasta nella politica anche minoritaria, hanno creato cooperative che fioriscono e reggono con diligenza in base ai dettami normativi, certamente non c’è nulla di male, se autorizzato dal governo, ma cosa sta accadendo che minaccia le vecchie e nuove cooperative?

Registriamo le difficoltà oggettive riscontrate nel nuovo bando per l’affidamento del servizio di accoglienza straordinaria e temporanea di cittadini stranieri.

Un bando che cela delle vere e proprie storture nella sua stesura e proposta. Sono le prefetture che hanno in mano le nuove regole e queste stanno gettando il panico tra le cooperative che gestiscono i centri di accoglienza in regione.

Quali sono le nuove regole che destabilizzano quelle vecchie?

Al primo posto l’aspetto sanitario ed epidemiologico degli immigrati. Nonostante i ritardi, il primo screening sanitario, fino a ieri, per verificare la presenza di malattie infettive veniva effettuato direttamente dai sanitari dell’Asrem.

Con i nuovi bandi, questa operazione dovrà essere effettuata da un medico a carico del centro d’accoglienza, quindi a pagamento e non a carico della sanità pubblica. In questo momento starete pensando, se le cooperative speculano sugli immigrati è pur giusto che siano loro a pagare i sanitari per garantire  una buona salute ai loro ospiti, ma forse non è proprio così.

Ugualmente complicato da gestire il secondo punto nevralgico che coinvolge i gestori nel controllo diretto degli immigrati, per quanto concerne la libertà personale.

 I gestori delle cooperative dovranno occuparsi di avere un registro su cui annotare le entrate e le uscite dei migranti dalle strutture ospitanti.  Ponendo da parte un compito di polizia che non dovrebbe rientrare nella possibilità di chi ospita, vi è un dato inoppugnabile e controverso allo stesso tempo.

Lo status di richiedente asilo, ha gli stessi diritti e doveri di un cittadino italiano? Se così è, il controllo delle entrate e uscite dei migranti sarebbe una grave violazione della libertà personale.  

Le nuove regole hanno, da parte dei gestori delle cooperative, anche una chiave di lettura diversa.

Le prefetture con il Governo vogliono scaricare le responsabilità di eventuali epidemie e di controlli di ordine pubblico sui gestori, lavandosi totalmente  le mani per eventuali problemi che potrebbero verificarsi.

Quindi è chiaro, di limitare l’avvento dei migranti, prendendo in considerazione l’ipotesi di dire no a nuovi arrivi, nemmeno l’idea, la politica tace e il Molise ogni giorno diventa sempre più il braccio estremo dell’Africa del nord, mentre le responsabilità ora si scaricano su chi vuole lucrare con l’ospitalità profuga, come a dire vi paghiamo assumetevi voi tutte le responsabilità.

Con queste nuove regole si innesca un altro meccanismo: “chi controlla il controllore?” I responsabili delle cooperative affinchè le visite siano supportate da analisi cliniche che possano scongiurare eventuali patologie epidemiche cosa devono fare? Quali le certificazioni che dovranno esibire e a chi, ai fini di garantire la sicurezza sanitaria per tutti?

Se eluderanno la prima visita, saranno punite le cooperative e fatte chiudere?

Tutte domande che esigono una risposta adeguata, forse  era meglio lasciare le cose come stavano, visto che in linea di massima fino ad oggi, a parte qualche episodio, vi è stato un buon controllo diretto dello Stato sul fenomeno migratorio, ma quando l’invasione finirà sarà sempre troppo tardi.