di Pietro Tonti

Analizziamo nel dettaglio cosa sta avvenendo, o meglio cosa è avvenuto in questi mesi per l’avviamento di nuove imprese agricole nel Programma di Sviluppo Rurale PSR 2014/2020 della Regione Molise.

La misura che andiamo ad esaminare per comprendere come stanno andando le cose e se vi siano delle criticità, oltre ai mirabolanti comunicati/ proclami dell’assessorato all’Agricoltura.

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È quella relativa alla: “MISURA 6 INVESTIMENTI IN IMMOBILIZZAZIONI MATERIALI – SOTTOMISURA 6.1 AIUTI ALL’AVVIAMENTO DI ATTIVITÀ IMPRENDITORIALI PER I GIOVANI AGRICOLTORI. 2^ STEP “

E’ bastato collegarsi al sito della regione Molise per verificare se le affermazioni di tanti agricoltori delusi corrispondessero al vero: http://psr.regione.molise.it/node/120, e constatare che in effetti qualcosa di anomalo c’è.

Su 276 domande presentate, 6 sono state rigettate, risultate non ammissibili; 125 sono state ammesse a finanziamento e 145 sono risultate inammissibili, confermando il dato che oltre il 50% delle domande presentate sono state dichiarate inammissibili.

Delle 125 domande ammesse solo 9 sono quelle ricadenti in provincia di Isernia.

In questo contesto non possiamo esimerci dal sottolineare come l’assessore Vittorino Facciolla enfatizzava i finanziamenti ammessi:

L’agricoltura molisana verso il ricambio generazionale, grazie ai contributi economici derivanti dalla nuova Programmazione del PSR Molise 2014-2020.

L’Assessore all’Agricoltura attraverso un comunicato, pubblicato sul sito della regione Molise dichiarava:

<<Con determina dirigenziale n.1349 del 22 marzo 2017, è stata approvata, infatti, la graduatoria delle istanze “AMMISSIBILI E FINANZIATE”, relativa alle domande di aiuto presentate a valere sul 2^ step della sottomisura 6.1 “Aiuti all’avviamento di attività imprenditoriali per i giovani agricoltori”.

“Sono stati ben 270 i progetti presentati, un numero considerevole che conferma il ritrovato interesse per il mondo dell’agricoltura da parte dei giovani e la voglia di fare impresa in modo innovativo, rispondendo all’attuale logica di competitività delle imprese.”

Ammonta a 5.425.000 euro la dotazione finanziaria complessiva del 2^ step dell’intervento, che ha consentito di finanziare tutti i 125 progetti risultati ammissibili, per un importo totale di 5.285.000.

“Un ottimo risultato, quello ottenuto con una misura del PSR che rappresenta un aiuto concreto per i giovani agricoltori. In poco più di un anno. Siamo riusciti ad impegnare circa 6 milioni di euro a valere sulla nuova programmazione. Nuove idee che si concretizzano, contribuendo a migliorare le performance economiche ed ambientali delle attività agricole del nostro territorio”. >>

La situazione che lascia perplessi è proprio il dato dell’inammissibilità che Facciolla non cita affatto, come se fosse scontato che oltre il 50% delle domande presentate risultassero naturalmente inammissibili.

Cosa vuol dire inammissibile?

Una domanda è inammissibile in quanto non raggiunge il punteggio minimo per essere ammessa; manca qualche certificato, magari camerale o quisquilie che ne inficiano l’ammissibilità.

A questo punto in tanti si chiedono a chi sia da imputare questa decimazione di future imprese agricole molisane, in un momento storico di profonda crisi, in cui l’unica vera risoluzione al problema occupazionale può essere l’agricoltura, si mandano a casa 145 imprese per cavilli burocratici di inammissibilità ai finanziamenti.

Il primo pensiero cade sui tecnici che hanno redatto le domande, sono oltre la metà degli incompetenti?

Anche se magari ci sono tecnici che da oltre 20 anni presentano domande e sono approvate?

Oppure sono gli agricoltori molisani che in larga maggioranza sono incapaci di presentare progetti credibili?

Oppure vi è qualcosa che noi ignoriamo?

Questo controllo così certosino, punitivo e repressivo da parte degli organi regionali preposti alla valutazione delle domande, secondo tanti agricoltori, non si era mai visto prima.

In questa realtà, dobbiamo constatare che la Coldiretti molisana non ha speso una parola sulla questione, accettando per ottimale la graduatoria pur sapendo dell’esclusione al bando di oltre la metà delle future aziende agricole.

C’è chi sulla questione pensa a male e imputa a Facciolla responsabilità estreme.  

Vi è chi giudica questa eccessiva repressione delle domande, rientrante in un disegno più ristretto  dell’Assessore all’Agricoltura, che riguarderebbero i bandi dei Gruppi di Azione Locale (Gal). Nel Molise sono stati finanziati 4 Gal, mentre è stato escluso dalle misure finanziarie il Gal Innova Plus di Larino, ricadente nel bacino elettorale dell’Assessore Facciolla, il quale avrebbe garantito che troverà i fondi per finanziarlo.

Se i bandi sono chiusi, come potrebbe reperire fondi utili allo scopo?

Escludendo, con lo zelo teutonico degli esaminatori regionali, oltre la metà delle domande per inammissibilità – come constatato –  su una dotazione finanziaria di 5.425.000 euro, sottraendo 5.285.000 euro di finanziamenti delle domande ammesse, restano 140mila euro, che ritornerebbero nella disponibilità dell’assessorato all’Agricoltura e questa cifra potrebbe essere disponibile per finanziare il Gal di cui parlavamo?

Anche se sembrerebbe un discorso calzante con un filo logico, crediamo in una ipotesi meno drammatica e più plausibile.

Vista la dotazione dei finanziamenti che non avrebbe coperto le richieste per le domande presentate, l’eccessivo controllo si è reso semplicemente necessario per individuare chi non ha commesso errori e ha presentato progetti più credibili, ma a questo punto avremmo una masnada di tecnici e agricoltori che dovrebbero cambiare vedute o mestiere?