di Pietro Tonti

Il 3 maggio scorso in Italia e nel Mondo, si è celebrata la XXIV^ Giornata mondiale della Libertà di stampa “Menti critiche per tempi critici”, indetta dalle Nazioni Unite e dall’Unesco in difesa del diritto di informare e di essere informati.

 La Dichiarazione universale dei Diritti dell’Uomo, all’art.19, afferma: “Ogni individuo ha il diritto alla libertà di opinione e di espressione, incluso il diritto di non essere molestato per la propria opinione e quello di cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo e senza riguardo a frontiere”.

La Carta dei Diritti fondamentali dell’Unione Europea, dichiara all’art.11:”La libertà dei media e il loro pluralismo sono rispettati”. La Costituzione, all’art.21, stabilisce: “La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure”.

 La libertà di stampa è un diritto che ha fatto nascere e tiene in vita la Democrazia così come la conosciamo. È un diritto essenziale ma fragile, conquistato faticosamente dopo lunghe e drammatiche lotte, che va costantemente difeso perché continuamente minacciato.

Verità effettuale e di una grave fragilità anche nel nostro Molise, in cui costantemente il diritto di stampa è preso di mira, vilipeso e svilito da denunce per diffamazione.

La maggioranza dei ricorsi per il reato di diffamazione a mezzo stampa vengono avviati dagli amministratori locali, da sindaci in maggioranza che preferirebbero ci attenessimo scrupolosamente solo alla promozione degli eventi nei loro paesi per farli contenti, ricevendo la loro gratitudine, mentre guai se si debba pubblicare qualcosa di negativo sul loro conto e sulla loro amministrazione, a questo punto senza nemmeno avvalersi del sacrosanto diritto di replica, si rivolgono direttamente ai Carabinieri o in Procura per esporre denuncia.

Caso ultimo, quello del sindaco di Cerro al Volturno Di Ianni, che nonostante l’invito alla replica, in seguito ad un manifesto, ripreso solo nel titolo dalla nostra testata, affisso in piazza da un consigliere di opposizione del suo comune: “Il Sindaco Di Ianni attaccato con un manifesto pubblico dall’ex Assessore Rossi, che ne contesta la trasparenza e l’onestà politica”.

Senza mezzi termini, forse preso dall’ira del momento e nonostante i buoni rapporti di sempre, nel pubblicare eventi e quant’altro di positivo del comune che amministra e, soprattutto volutamente non pubblicando il manifesto “critico”  (il link sul giornale, non visibile al manifesto), ha deciso di avviare una denuncia di parte, nei nostri confronti e nei confronti di un altro quotidiano on – line, colpevoli di cosa? Di non aver ignorato un pubblico manifesto?

Gli amministratori di un tempo ricorrevano alle denunce solo in casi estremi e si preferiva, anche quando volavano parole dure, il dialogo e il confronto.

Lo specchio dei tempi è questo, negatività ad oltranza, il lavoro del giornalista mortificato nelle costanti denunce da parte di amministratori locali per aver riportato i fatti, senza giudizi e in attesa di replica.

Possiamo solo biasimare tale atteggiamento sindacale, meravigliandoci, ma non troppo, senza naturalmente come in questo ed altri tentativi punitivi, di piegare la schiena in segno di sottomissione.

Questi casi ci rafforzano, sicuri di stare nella ragione e di esercitare in diritto di informare e di essere informati  in ogni sede, anche quella giudiziaria, dove ci difenderemo sempre, per affermare il diritto, la verità e la giustizia per il nostro lavoro, nonostante i tentativi, sempre dietro l’angolo, di delegittimarla.