di Pietro Tonti

Prima di scrivere e suscitare lo sdegno dei perbenisti, dei radical chic   e di quelli impegnati per lavoro e affari nell’accoglienza profuga, ci tengo a precisare che non sono razzista, avrei sposato anche volentieri una ragazza di colore, se ne avessi avuto l’occasione e quindi sono convinto che la diversità, la multirazzialità è un arricchimento per la società.

Da questa premessa, bisogna essere imbecilli per non comprendere che l’accoglienza come la intende il Governo in Italia è fuori dalla grazia di Dio.

Che vengono a fare da noi se non scappano dalle guerre? Per quale motivo si tratta solo di ragazzi di colore tra i 24 e i 30 anni a sbarcare in Italia?

Su queste domande ci arrovelliamo. I buonisti  vedono i poveri figli dell’Africa in gravi difficoltà e sono pronti a offrire loro conforto cristiano, con un Papa che regge le fila, stimolando un’invasione musulmana in Italia senza precedenti.

Si possono contare su poche decine le famiglie ospitate nel Molise che fuggono realmente dalle guerre, (solo il 5% degli immigrati fugge dalle guerre) mentre come tutti possono osservare l’accoglienza è basata su questi ragazzoni neri che girovagano senza alcuna meta a tutte le ore del giorno.

Cosa vogliono, per quale motivo hanno deciso di imbarcarsi in un viaggio al limite dell’impossibile per giungere in Italia?

Una saggia signora vissuta in Kenya tutta una vita e ritornata nel Molise a godersi una giusta vacanza nel suo natio borgo selvaggio, si stupisce di quello che sta avvenendo e della mancanza di freni da parte dello Stato a questa invasione.

Le sue convinzioni dettate dalle esperienze: <<Le menti se le tengono strette nei loro Stati, i volenterosi, gli studiosi restano in Africa e stanno bene, questi ragazzi che vengono in Italia, sono sfaccendati anche in Africa e non volendo fare sacrifici si imbarcano in cerca di mete adatte al loro modo di essere. Qui in Italia trovano le loro aspettative, non fare nulla e pretendere di ricevere qualcosa. Sono ragazzi incapaci di apprendere, detestano lo studio, tra di loro si nascondono anche personaggi con indole violenta, ma soprattutto, la maggioranza sono musulmani. Sono diversi da noi e la loro religione induce loro ad odiarci per come siamo>>.

Cosa vuole dire esattamente?

Nel loro credo c’è la sottomissione delle donne, basta vedere come trattano le loro, vogliono dominarle, costrette al burca, a non uscire, a giacere e soggiacere alla loro volontà, il contrario del concetto di rispetto, di parità di diritti democratici su cui è basata la società occidentale.

Cosa pensa possa accadere?

Avete certamente appreso dai mass media nazionali degli attentati a Najrobi, all’università e al centro commerciale. La religione esasperata, stimola fanatismo con il concetto intrinseco della sottomissione delle altre religioni alla loro, sfociando in terrorismo.

A mio avviso lo Stato italiano commette degli errori madornali, facendo sbarcare i giovani di colore sedicenti profughi ed ospitandoli senza sapere chi sono veramente, cosa hanno fatto nei loro paesi, se sono terroristi, violenti criminali, o semplici sfaccendati in cerca di fortuna.

Temo per il prossimo futuro che possano prendere il sopravvento, organizzarsi per destabilizzare la democrazia occidentale, come spesso è stato dichiarato, per esempio dall’Imam di Londra dopo l’attentato alla redazione di Charly Hebdo: “Non stupitevi se anche in Italia ci saranno ATTENTATI. Un giorno ROMA SARÀ NOSTRA”.

La regione musulmana non accetta la libertà di espressione è Hallah che indica la direzione di cosa si può dire e non dire, fare e non fare. Vi è una critica radicale ai valori occidentali e questo, dato il nostro modo di essere cristiani, quindi permissivi, pronti al perdono e proiettati al rispetto del prossimo, all’accettazione anche delle altre religioni, ci rende deboli nei confronti di chi vuole conquistare l’Italia e sottometterci.

Lei cosa teme per il Molise per l’Italia?

I musulmani odiano tutto quello che non è dettato secondo le regole della loro religione, quindi ci odiano. Vivo questa realtà africana da 40 anni e noi europei trapiantati in Kenya non ci stupiamo del loro odio, ne siamo consapevoli e cerchiamo di conviverci, ma la paura ci accompagna nel vivere quotidiano. Spesso colpiscono i singoli con i macete, ma in molti casi entrano nelle nostre case e ci ammazzano senza scrupoli, con il pretesto di derubarci, ma l’odio religioso è il vero stimolo, gli attentati e le stragi sono un pericolo costante.   Temo che anche nel Molise possa esserci una escalation di violenze, di stupri, visto come considerano le donne, ma è incredibile come si sia permesso di sbarcare in Italia alla maggioranza di giovani musulmani solo per affari e come siano distribuiti, senza alcuna cosa da fare per tutto il giorno.

Secondo la sua esperienza dobbiamo temere il peggio quindi?

Senza alcun dubbio, il futuro non è roseo, temo che come noi in Kenya tra qualche tempo dovrete organizzarvi per difendervi nelle vostre case, apporre inferriate ai piani bassi e temere per le vostre figlie: non lasciatele sole!

Naturalmente ci auguriamo che questa visione pessimistica, di una signora per bene non si realizzi, ma essere indifferenti a quello che accade intorno a noi è senza alcun dubbio da stolti.