di Tonino Atella
Sono esattamente trentatre anni con oggi che venne rubato e portato via da Venafro (accadde nella notte tra il 24 ed il 25 giugno 1986), esattamente dalla sacrestia della Chiesa del SS Viatico alias Chiesa di Cristo, nel cuore del centro storico, e da allora non vi ha fatto più ritorno, non è stato più ritrovato e recuperato! Trattasi del veneratissimo ed indimenticabile Busto argenteo del Patrono San Nicandro, magnifica opera della splendida Scuola Orafa Napoletana del ‘600, senz’ombra di dubbio la migliore in senso assoluto in Europa, che ignoti mani sacrileghe rimaste sconosciute nel tempo fecero sparire definitivamente, nonostante ricerche, impegni, contatti, piste e tant’altro. I venafrani non l’avrebbero più rivisto e l’ammanco per i sentimenti, la fede, la storia, l’arte e la cultura locali fu enorme ! Subito comunque la comunità locale, senza indugi e all’unisono, si adoperò praticamente all’istante -già dall’autunno dello stesso anno, ossia nel 1986- perché si realizzasse il nuovo busto del Patrono, raffigurante un soldato di epoca romana (si era nel 303 d.C. ai tempi dell’Imperatore Diocleziano, quando il Patrono di Venafro, Nicandro, venne martirizzato assieme alla moglie Daria ed al fratello Marciano, anch’egli militare) con corazza, elmo e spada, in tutto simile a quello rubato meno che nell’espressione del volto. Sorridente e con occhi rivolti al cielo quello sottratto, dall’espressione più decisa e sguardo in avanti l’attuale, opera dello scultore di origini molisane Alessandro Caetani, residente a Lari nel Pisano. Il nuovo simulacro, si ricorda, presenti migliaia di venafrani nella gremitissima Piazza Cimorelli ai piedi della sede comunale, venne presentato alla popolazione venafrana nel pomeriggio del 16 giugno 1987, primo giorno del trittico patronale dell’epoca (in pratica la città non è rimasta un solo anno senza il “suo” San Nicandro!), e scoperto da un fanciullo di Venafro. Al ragazzo venne conferito l’importante onore per aver offerto tutti i risparmi del proprio salvadanaio perché si realizzasse il nuovo San Nicandro. Un gesto bellissimo, quello del fanciullo, rimasto nella storia cittadina. Venafro quindi, che da 32 anni onora al massimo il nuovo simulacro frutto dell’apporto di tanti, non dimentica quanto aveva e le venne rubato, sperando sempre che un giorno quel magnifico busto argenteo raffigurante il giovane guerriero dell’antica Roma, appunto il San Nicandro del ‘600, possa essere ritrovato in qualche angolo del globo terrestre e restituito ai venafrani. In ragione di tutto questo il 25 giugno di ogni anno, ricorrenza del terribile furto sacrilego, alla città piace rivolgere un pensiero all’immagine storica della propria fede, augurandosi che un bel giorno possa arrivare la bella notizia del ritrovamento …