Pubblichiamo nota dei “ veterinari precari storici della Regione Molise” inviata alla Asrem.
L’Azienda Sanitaria Regionale del Molise sta mettendo in atto l’ennesima soluzione “tampone” per fronteggiare, barando, la cronica e ingravescente carenza di medici veterinari pubblici reclutando medici con contratti atipici. Specchietti per le allodole, piuttosto che reali manovre risolutive, col rischio inevitabile di ricadere in problemi giuridici con responsabilità su più livelli ma soprattutto senza offrire garanzie per un’effettiva copertura del rischio sanitario da parte del Dipartimento di Prevenzione, anzi aggravandolo.
Si invita il Dicastero della Salute e del MEF a fare i dovuti controlli presso la Direzione generale dell’Azienda e, se del caso, anche presso gli uffici della stessa Regione. Stiamo parlando di un artifizio di cui continuano ad abusare aziende sanitarie per reclutare medici veterinari (pubblici ufficiali) aggirando i vincoli normativi, sarebbe di fatto come voler dare una delega al privato veterinario ripagato con soldi pubblici per la gestione di un servizio pubblico con un ruolo di PU … che dovrebbe essere investito del potere autoritativo dello STATO.
Questa prassi è illecita! In più parliamo di Contratti “flessibili” e danno erariale conseguente. La scelta di bypassare le disposizioni normative assumendo medici con contratti “flessibili”, in particolare Co.Co.Co. o libero-professionali con partita IVA. L’art. 7, co. 5-bis, del D.Lgs. 165/2001 aggiornato al DL 75/2017, dispone che “è fatto divieto alle amministrazioni pubbliche di stipulare contratti di collaborazione che si concretano in prestazioni di lavoro esclusivamente personali, continuative e le cui modalità di esecuzione siano organizzate dal committente anche con riferimento ai tempi e al luogo di lavoro.
I contratti posti in essere in violazione del presente comma sono nulli e determinano responsabilità erariale” e non solo, poiché il successivo comma 6 precisa che il ricorso a tali contratti di collaborazione “per lo svolgimento di funzioni ordinarie o l’utilizzo dei soggetti incaricati ai sensi del medesimo comma come lavoratori subordinati, è causa di responsabilità amministrativa per il dirigente che ha stipulato i contratti”. Anche tali soluzioni – peraltro a risparmio per aziende – maschererebbero infatti veri e propri rapporti di dipendenza, e non possono essere utilizzate per le attività ordinarie.
Anche la Corte dei Conti, Sezione di controllo, più volte ha sottolineato il principio della cosiddetta “autosufficienza” dell’organizzazione degli enti che devono svolgere funzioni e servizi di loro competenza mediante il personale in servizio con conseguente illegittimità dei contratti che violano tali presupposti (deliberazione del 12 giugno 2008, n. 23). Il ricorso a rapporti autonomi coordinati è quindi precluso perché “l’utilizzo di queste ultime non risulta conforme alla logica sottostante alla leggi finanziarie, che è quella di limitare l’instaurazione di rapporti di lavoro parasubordinato e/o flessibile per l’esercizio di attività amministrative ordinarie” (Corte dei conti, Sezione regionale di controllo per la Lombardia, deliberazione del 4 marzo 2008, n. 37).
Si tratta quindi anche di danno erariale. È inoltre evidente che anche per questi “medici veterinari in affitto” non è assolutamente possibile essere certi del rispetto della normativa europea sui riposi o che di fatto non incidano negativamente sulla responsabilità di equipe. Non sono previste pertanto ulteriori deroghe. Tali principi dovrebbero essere già stati ribaditi dalla Corte dei Conti Lombardia con delibera 180/2018, richiamando anche la delibera 35/2014/PREV della Corte dei Conti – Sezione Centrale di controllo di legittimità sugli atti del Governo e delle Amministrazioni dello Stato.
La legge, fino a prova contraria, tutela i cittadini, la loro salute e la sicurezza di tutti; gestire continuamente e in modo recidivo la salute attraverso deroghe illegittime rappresenta sempre e comunque un costante grave pericolo e può determinare,come in questo caso, la perdita delle qualifiche sanitarie degli allevamenti della Regione Molise con penalizzazioni in termini di punteggio LEA e forti ripercussioni sulla movimentazione degli animali e la commercializzazione dei prodotti di origine animale che determinerebbe un grosso danno economico al settore zootecnico.
Qualora le intenzioni della ASREM,di ricorrere a tipologie contrattuali diverse da quelle previste dalle normative nazionali per l’effettuazione dei controlli ufficiali, si trasformassero in fatti concreti ,verranno interessati per le dovute verifiche i Ministeri della Salute, il MEF, l’ANAC, la FNOVI il Sivemp e la Corte dei Conti. Pertanto si invitano i Commissari alla Sanità della Regione Molise ed il Presidente della Regione a intraprendere ogni iniziativa utile affinché la ASReM possa reclutare personale veterinario con contratti previsti dalle normative di settore garantendo l’ufficialità dei controlli sanitari nella Regione Molise senza dover ricorrere a contratti libero professionali che potrebbero creari inutili contenziosi.
I veterinari precari storici
della Regione Molise