“I Venafrani per Venafro” si fanno sentire per l’ennesima “dimenticanza” dei 18 civili venafrani caduti sotto le bombe alleate del 4 e 22 ottobre 1943 e mai ufficialmente commemorati dalle istituzioni pubbliche
Il prossimo 15 marzo saranno 73 anni che Venafro rimase investita dal cosiddetto “fuoco amico”, alias le bombe alleate sganciate erroneamente sulla città da bombardieri alleati che scambiarono monti ed abitato venafrano per la vicina città laziale di Cassino e per le sue alture circostanti.
Nell’occasione centinaia furono i civili che rimasero a terra esanimi e la città ogni anno commemora siffatto gravissimo sacrificio. Anche la Repubblica Italiana seppure dopo decenni ha ufficialmente riconosciuto l’accaduto, assegnando a Venafro la Medaglia d’Oro per i tanti lutti patiti. E così annualmente il Comune chiama a raccolta cittadini ed autorità per commemorare, cosa che si ripeterà il prossimo 15 marzo 2017 con corteo, rito religioso, discorsi e deposizione di corone di fiori.
Sul tema, la puntualizzazione del movimento “I Venafrani per Venafro : “Giustissimo commemorare le centinaia di vittime civili venafrane del 15 marzo 1944 -scrive al riguardo il movimento- ma perché non avviene altrettanto per i 18 caduti, sempre civili venafrani, morti sotto le altre bombe alleate del 4 e 22 ottobre 1943, ossia sotto analogo “fuoco amico” ? Questi i loro nomi : Fernando Ottaviano, Nicandro Vaccone, Antonio Giannini, Giacinta Leva, Giuseppina Verrecchia, Maria Carmela Iannacone, Bambina Policella, Giovanni Colangelo, Emilia Tagliaferri, Paolo Andreozzi, Lucio Andreozzi, Luigia Conte, Crescenzo Ricchiuti, Giacomina Natale, Clara Natale, Filomena Natale, Michelina Testa e Mario Vaccone”.
Il prosieguo del pensiero del movimento popolare cittadino : “Perché insistere con siffatto accantonamento, o dimenticanza che dir si voglia ? Da anni d’intesa con parenti e familiari dei caduti dell’ottobre ‘43 chiediamo alle istituzioni pubbliche locali e provinciali di promuovere la commemorazione ufficiale di tutti i civili venafrani caduti sotto le bombe alleate, senza dimenticanza o accantonamento alcuno.
Nel 2015 c’è anche stata su nostra iniziativa la commemorazione, ma privata e non pubblica. A provvedervi fummo infatti “I Venafrani” e i parenti dei caduti, nella speranza di smuovere le istituzioni pubbliche. Invece niente ! Si scrisse anche al Prefetto, ma non si ottenne alcunché ! Per l’ennesima volta perciò torniamo a sollecitare che con unica cerimonia, a prescindere dalla data di effettuazione, si commemorino tutti i civili venafrani morti sotto le bombe alleate, e cioè sia quelli del 4 e 22 ottobre 1943 e sia gli altri del 15 marzo 1944, senza dimenticare, tralasciare o accantonare alcuno. Tanto è doveroso, civile ed umano !”
Tonino Atella