“Idea lodevole e da portare avanti”, furono le parole anni addietro dell’allora Vescovo d’Isernia/Venafro Mons. Visco,  ma poi il tutto si affossò per “freni” locali.

Venafro, non c’è fedele di Molise e dintorni che non lo sappia, celebra ogni anno i propri Santi Martiri Nicandro, Marciano e Daria, trucidati nel 303 d.C. ai tempi dell’Imperatore Diocleziano dal boia pagano per la loro indistruttibile e convinta fede cristiana. Esempi altissimi e magnifici di più che motivato attaccamento al nuovo credo che di lì a poco avrebbe affossato idee e potenza dell’antica Roma sino a cancellarla del tutto. Di siffatte testimonianze Venafro ha fatto il proprio emblema continuativo da secoli, tributando alla triade celebrazioni solenni e festeggiamenti di primissimo piano. L’ennesima conferma con le recentissime festività patronali del 16, 17 e 18 giugno, caratterizzate da tantissima partecipazione popolare, tant’è la solenne ed assai affollata processione conclusiva col rientro in città di reliquie ed immagini sacre dei Martiri. Rito che ha riproposto però quella che secondo tanti è una mancanza : ossia l’assenza di immagine, busto o altro che ricordi San Marciano. In effetti da sempre la città si fregia della Testa argentea di San Nicandro, impreziosita di gemme, delle Reliquie di Santa Daria e del Busto Argenteo del Patrono San Nicandro, regolarmente portati in processione tra due ali enormi di fedeli, ma non ha alcunché di San Marciano. Dal che la proposta di tanti venafrani di realizzare immagine o statua argentea di San Marciano espressa anni addietro all’allora Vescovo diocesano, Mons. Visco, che ebbe a definirla “lodevole e senz’altro da portare avanti”, idea che purtroppo rientrò per mancanza di condivisione in loco da parte di chi invece avrebbe dovuto adoperarsi per concretizzarla e che al contrario ne “frenò” la realizzazione. “E’ tempo che la città si doti anche di immagine sacra che ricordi San Marciano -affermano in molti- non apparendo giustificabile la mancanza. Si potrebbe realizzare un busto argenteo sulla falsariga di quello riproducente San Nicandro, essendo i due fratelli entrambi ufficiali dell’esercito romano dell’epoca, ovviamente con espressioni del viso diverse in base ai quadri che riproducono le due figure, oppure indirizzarsi verso tutt’altro. L’importante è che finalmente Venafro abbia qualcosa che ricordi San Marciano, così come avviene per  San Nicandro e Santa Daria”. L’idea, certamente bellissima, torna quindi di piena attualità ma perché faccia strada richiede condivisione ed impegni.