Di Domenico Angelone
Il Molise è nell’occhio del ciclone mediatico mondiale dopo L’Unesco con la Transumanza, il New York Times consiglia come meta del 2020 la nostra regione, ma giungono anche numerose le critiche dai social su un turismo inesistente.
Sotto i riflettori i pochi alberghi relegati a rango di ospitalità profuga attraverso gli Sprar, dove si sottolinea: qualora si dovessero ospitale più di 100 persone al giorno nelle aree interne sarebbero problemi.
Tutto fa intendere che non siamo pronti, non lo siamo mai stati e forse non saremo mai adeguatamente attrezzati per ospitare migliaia di turisti. Da regione che non esiste a troppa visibilità, che rischia come un boomerang di tornare indietro e colpire affossando totalmente il Molise.
Se chi verrà troverà un’organizzazione scarsa e inappropriata, come potrà consigliare agli altri di visitare questa regione?
A queste esternazioni plausibili del cittadino molisano, che travalicano, cultura, ambiente e luoghi ameni, si aggiunge quella del Di Pietro nazionale, eravamo abituati a sentirlo almeno una volta al giorno e oramai un pò ci manca il suo “e che c’azzecca”, e nel contesto del Molise alla ribalta internazionale cosa fa? Rilancia l’unificazione con l’Abruzzo.
L’ex magistrato e ministro Antonio Di Pietro, interpellato dal Corriere della Sera in un articolo sulla rivincita del Molise, che a proposito della sua regione (come è noto abita a Montenero di Bisaccia) dichiara: “Ne sono innamorato, arriva il vento dal mare e vedo i monti della Maiella, ma posso starci perché mi guadagno il pane fuori: se dovessi campare dell’olio che produco, non vivrei. Capisco i giovani che se ne vanno”. E aggiunge: “Al Molise serve il coraggio di riunificarsi con l’Abruzzo”.
Quindi oggi nemmeno in cerca di visibilità mediatica, in quanto forse ne ha piene le tasche, Di Pietro esterna un pensiero comune, tutto bello, ma vanesia è la visibilità sul New York Times, in quanto inutile ai fini del lavoro e della possibilità di restare nel Molise.
Tra chi come lui vorrebbe la riunificazione con la vecchia sorella di sempre, c’è chi vorrebbe invece una macro regione Abruzzo, Molise, Lazio con Roma capitale. Tutto tranne il Molise solo, piccolo, spopolato e desertificato.