Si chiedono maggiore sensibilità e sostegno verso chi opera all’interno e per il Terzo Settore

Gian Franco Massaro: «Il volontariato venga posto in cima all’agenda politica»

Il presidente del CSV Molise fa appello ai candidati alle prossime elezioni Politiche e Regionali

 

«Le prossime elezioni Politiche, ma anche l’appuntamento delle Regionali del Molise rappresentino una svolta circa la scarsa considerazione che la classe politica riserva attualmente al Terzo Settore».
Così il presidente del CSV Molise Gian Franco Massaro, in linea con l’appello rivolto ai leader dei partiti nazionali dalla presidente del CSVnet Chiara Tommasini, chiede ai referenti regionali degli schieramenti in campo maggiore interesse verso le fasce deboli della società, nonché verso chi opera in favore di persone svantaggiate e di cause di alto valore sociale.

Questi i punti della missiva inviata nei giorni scorsi dalla presidente Tommasini che Massaro ha fatto propri e che sono stati resi pubblici anche dagli organi di informazione nazionale.

  • Completare il processo di attuazione della riforma del Terzo Settore

Il recente via libera, da parte del Parlamento, alle misure fiscali per il Terzo Settore rappresenta uno step fondamentale per l’entrata in vigore di norme necessarie per la tenuta e lo sviluppo di tutto il mondo del non profit. Tale impegno, pur significativo, non è tuttavia sufficiente. A cinque anni dall’avvio della Riforma ci auguriamo dunque che il futuro Governo completi rapidamente il pacchetto di norme legato alla attuazione del Codice, senza le quali molte esperienze di impegno civico rischiano di scomparire. Crediamo inoltre che il Pnrr sia un’opportunità fondamentale per programmare il futuro del nostro paese e che oggi sia sempre più importante aprire un confronto ampio per valorizzare la capacità del Terzo Settore di lavorare in rete coinvolgendo i diversi soggetti che operano sul territorio. Il mondo dei Centri di servizio può essere facilitatore di questi processi, come già dimostrato nella gestione delle emergenze di questi ultimi anni e per riqualificare le comunità su tutti i fronti.

  • Dotare i Csv delle risorse adeguate

I Centri di servizio per il volontariato rappresentano un’infrastruttura sociale unica per efficienza e capillarità di azione nel panorama europeo. Negli ultimi anni tale sistema è stato tuttavia significativamente sottofinanziato, in aperta contraddizione con il meccanismo predisposto dal Codice del Terzo Settore, che prevede un incremento delle risorse dedicate ai CSV sulla base del fabbisogno storico e delle mutate esigenze di promozione del volontariato. Tale mancanza di risorse rischia di compromettere la sostenibilità economica delle attività svolte dai Centri. Pertanto, si chiede un urgente intervento della Politica affinché i Centri di servizio per il volontariato possano contare su risorse stabili e adeguate per assumere il ruolo di ‘Agenzie di sviluppo del volontariato nei territori’, affidato ai CSV dalla riforma del Terzo Settore. La loro storia, quella che negli anni ‘90 ha portato migliaia di organizzazioni di volontariato – differenti per dimensioni, sensibilità, abitudini, settore di intervento – a impegnarsi per la costituzione dei CSV, richiama il principio di sussidiarietà presente nella nostra carta costituzionale ed è concreta realizzazione di quanto indicato nel Codice del Terzo Settore, che ha scommesso sulla capacità degli enti di terzo settore di associarsi tra loro.

  • Semplificare le procedure amministrative per la costituzione di accordi di co-programmazione e co-progettazione tra gli enti pubblici e le organizzazioni del terzo settore

Semplificare le procedure burocratiche è un passaggio fondamentale per attivare spazi e strutture permanenti di raccordo che possano dare voce anche alle organizzazioni più piccole, dando vita a nuove forme concrete di amministrazione condivisa a livello locale e nazionale, sostenendo definitivamente la differenza (anche burocratica) tra il sistema di appalti al mondo profit e la co-progettazione con il mondo del Terzo Settore. In tal senso proponiamo l’attivazione di un tavolo interministeriale di interlocuzione per affrontare in modo congiunto le questioni trasversali che riguardano il non profit.

  • Riconoscere il ruolo formativo del volontariato e del servizio civile

Le competenze sviluppate dai volontari nei percorsi di apprendimento non formale e informale dovrebbero essere adeguatamente accreditate attraverso norme e strumenti condivisi con gli enti istituzionali, anche al fine di favorire la partecipazione dei giovani alla vita di ogni comunità.

  • Agevolare il ricambio generazionale dei volontari

Negli ultimi anni i processi di partecipazione civica e le attività di promozione della cultura della solidarietà hanno premiato il mondo del volontariato, che ha visto aumentare la propria partecipazione anche nei contesti più difficili. Vi è dunque un tessuto di volontari o aspiranti tali che va protetto e valorizzato per favorire il ricambio generazionale all’interno delle organizzazioni, nonché il dialogo e lo scambio di competenze tra i volontari più anziani e le nuove generazioni. L’esperienza degli ultimi anni ci insegna infatti che l’impegno civico rappresenta la palestra ideale per esercitare in modo concreto i valori dell’inclusione. Tale obiettivo è tuttavia raggiungibile solo tramite politiche di inclusione dedicate davvero a tutti, anche a persone fragili o giovani con minori opportunità, e volte ad investire sul volontariato come pilastro sociale – ed economico – del nostro Paese.

  • Valorizzare la parità di genere nel Terzo Settore

Pur essendo cresciuta negli ultimi anni, la valorizzazione del contributo delle donne attive nella governance delle organizzazioni del Terzo Settore e nelle reti di rappresentanza deve essere ulteriormente rafforzata. A tal fine, è opportuno attuare politiche volte a creare opportunità e costruire percorsi all’interno delle associazioni per agevolare la partecipazione delle donne e la loro presenza nei ruoli direttivi. A tal fine, anche nella prospettiva di rafforzare la sua governance, il sistema nazionale dei CSV sta lavorando per rafforzare opportunità, progettualità e competenze in questo senso.

A QUESTI SEI SPUNTI SPECIFICI, IL PRESIDENTE DEL CSV MOLISE GIAN FRANCO MASSARO NE AGGIUNGE UN SETTIMO, PRETTAMENTE DI RESPIRO LOCALE.

  • Dare vita a una effettiva sinergia tra la Regione Molise e il CSV

La Regione Molise è tra le poche in Italia, se non la sola, a non conferire alcun tipo di contribuzione al CSV. Un’anomalia considerando che il Centro di servizio è l’unico organo di raccordo degli enti del Terzo Settore, fornisce consulenze e formazione, promuove il volontariato attraverso numerose iniziative e garantisce assistenza alle associazioni, contando unicamente su fondi propri.

«Questi sono solo alcuni spunti di riflessione che mi preme sottoporre all’attenzione della classe politica – riferisce Massaro -, nella speranza di poter aprire un confronto diretto. Si tratta di aspetti rilevanti per una regione che vuole davvero risolvere le principali problematiche della popolazione, in un momento di crisi profonda».