Milano (askanews) – La fatturazione elettronica insieme ad altri cambiamenti normativi stanno portando l’amministrazione finanziaria ad avocare le competenze fiscali dei commercialisti. E i professionisti temono una forte riduzione di attività e introiti, con ricadute negative non solo sulla categoria, ma anche sul sistema economico. E’ l’allarme lanciato nel corso del congresso dell’Anc, l’Associazione nazionale commercialisti che si è svolto a Pesaro. “I commercialisti italiani da Pesaro lanciano un allarme forte: con l’inizio degli obblighi della fatturazione elettronica dei prossimi mesi, e di tutti gli adempimenti connessi, i professionisti subiranno un danno pesante e un disagio notevole – ha detto Vittoria Tonelli, presidente Anc di Pesaro-Urbino, e consigliere di amministrazione della Cassa nazionale dei ragionieri – La normativa procurerà una riduzione fortissima degli introiti degli studi professionali che per forza di cosa porterà ad una riduzione dei posti di lavoro, con grave danno anche alle imprese che questi assistono”.
Le dimensioni delle ricadute negative della fatturazione elettronica sulla categoria sono state calcolate con una serie di indagini condotte dall’Associciazione, come spiega Marco Cuchel, presidente nazionale Anc. “Si tratta di una statistiche che abbiamo fatto sulle contabilità e sui dichiarativi, che è il core business di molti commercialisti – spiega Marco Cuchel, presidente ANC – Circa 103mila commercialisti si troveranno in grossa difficoltà se queste attività verranno estromesse dalla categoria a favore di altri soggetti, in primis Agenzie dell’entrate, ma anche banche e altre figure. La preoccupazione è di vedere in difficoltà 103mila professionisti che dovranno essere ricollocati, e anche 160mila lavoratori degli studi professionali”.
I commercialisti chiedono che la nuova normativa sia accompagnata da strumenti che rinforzino, anziché indebolire, il ruolo di garanzia che i commercialisti hanno nei confronti degli apparati pubblici. Strumenti da affiancare subito, come nel caso dell’equo compenso. Luigi Pagliuca, presidente della cassa nazionale dei ragionieri. “I commercialisti italiani chiedono che venga riconosciuto loro il ruolo che da sempre svolgono, ovvero di garante nei confronti della Pubblica amministrazione riguardo il lavoro svolto dai propri clienti – Argomenta Luigi Pagliuca, presidente della Cassa di previdenza dei ragionieri – E’ evidente che nel momento in cui si avvicina la fatturazione elettronica, riconoscere questa funzione è una garanzia sia per i propri clienti, sia, e soprattutto, per lo Stato”.
Nessuna demonizzazione, quindi, della fattura elettronica in sé, ma forte richiesta di una aromonizzazione complessiva che salvaguardi occupazione e tutela del cittadino.