di Claudia Mistichelli
Negli ultimi anni si sente parlare sempre più spesso di privatizzazione nella gestione dei beni o dei servizi pubblici. Questo progetto parte da lontano, ma, gli effetti li stiamo riscontrando negli ultimi anni.
Oramai, scuola, sanità, enti di controllo, sono aziende a tutti gli effetti, quindi, devono portare profitti alla loro gestione altrimenti, rischiano la chiusura.
Questo, in sintesi, è ciò che sta accadendo in generale in Italia. La stortura di questo progetto, è che il popolo italiano paga le tasse per avere assicurati alcuni servizi, i quali, di fatto, già dovrebbero essere coperti finanziariamente. Quindi, le relative perdite in questi settori, sono da ricercare in una gestione sbagliata degli stessi.
Forse, i dirigenti super-pagati che gestiscono male i beni e i servizi pubblici, dovrebbero essere destituiti senza stipendio, invece, spesso, sono mandati a casa con buonuscite da capogiro. La soluzione partorita dal governo italiano, è quella di privatizzare tutto. Quindi vendere o cedere in gestione beni o servizi a privati, i quali, non faranno altro che aumentare i costi e tenersi i profitti. Il caso esemplare, di cui si parla insistentemente negli ultimi mesi, è la gestione dell’acqua, da pubblica, probabilmente, sarà a gestione privata. Che interesse ha un imprenditore privato nel gestire qualcosa? Solo e soltanto quello di guadagnarci, soprattutto se a monte ci saranno degli investimenti (chi controlla che ci saranno?) per migliorare il servizio. Quindi, non ci vuole un genio per concludere che i servizi rimarranno pressoché uguali, mentre i costi aumenteranno, e anche l’acqua sarà ad appannaggio di chi, ovviamente, potrà permettersela!