“La nuova articolazione delle strutture centrali e territoriali dell’Agenzia delle Dogane rischia di comportare un grave depotenziamento per la sede di Campobasso. Per questo mi sono attivato in prima persona, inviando una nota al Sottosegretario del Ministero dell’Economia e Finanze, Alessio Villarosa, per stoppare un declassamento incomprensibile per la nostra regione, che avrebbe impatti molto negativi sulla platea di aziende del territorio molisano che oggi contano sui servizi resi dall’Ufficio Dogane di Campobasso e sullo sviluppo che ad esse è stato assicurato dalla presenza di un organo decisionale in sede”.

Lo afferma il portavoce al Senato del MoVimento 5 Stelle Fabrizio Ortis, spiegando di aver interessato il Mef per evitare che il Molise perda altri servizi che ne metterebbero a rischio l’identità e la sopravvivenza. Tutto nasce dalla Legge Finanziaria 2018, che all’articolo 1 comma 93 ha stabilito che l’Agenzia Dogane e Monopoli “può istituire posizioni organizzative di elevata responsabilità, alta professionalità o particolare specializzazione, ivi compresa la responsabilità di uffici operativi di livello non dirigenziale nei limiti del risparmio di spesa conseguente alla riduzione di posizioni dirigenziali”. Da tale nuova organizzazione discende la costituzione di 218 posizioni organizzative da attribuire a funzionari in possesso di particolari requisiti professionali, che saranno finanziate grazie al taglio di 46 posizioni dirigenziali dalla dotazione organica di Agenzia.

Sia le posizioni dirigenziali eliminate che le posizioni organizzative sono distribuite sul territorio in modo non omogeneo: capita così che, in alcune piccole regioni come il Molise dove è presente un Ufficio delle Dogane cosiddetto di iv livello (come Campobasso), non è più previsto un dirigente a livello locale perché la posizione rientra tra quelle tagliate, ma paradossalmente nemmeno la posizione organizzativa, non essendo appunto prevista per gli uffici di iv livello. Ne consegue che, dall’entrata in vigore a pieno regime delle misure decise (prevista per maggio 2019), l’Ufficio dogane del Molise dovrà essere gestito “ad interim” da un dirigente della sede più vicina nell’ambito della direzione interregionale di appartenenza – Bari, probabilmente – che non potrà neanche avvalersi a livello locale di un funzionario titolare di posizione organizzativa. Questi, poi, dovrà assumere decisioni senza conoscere le realtà del territorio e con pochissime possibilità di interfacciarsi con i singoli utenti per capire le loro esigenze.

“Non si possono depotenziare servizi utili per un territorio già spopolato e soggetto a lunghe crisi produttive – sottolinea il senatore – per uscire dalle quali le istituzioni stanno lavorando a misure di sostegno allo sviluppo, come le Zone Economiche Speciali. L’Ufficio Dogane ha ricadute importanti per le aziende del settore agroalimentare e del comparto metalmeccanico, chimico e farmaceutico; aziende per le quali sono in corso gli iter per il rilascio di autorizzazioni doganali determinanti per garantire l’affidabilità e la competitività delle stesse sui mercati internazionali; le aziende del comparto autotrasporto merci e passeggeri. Più ancora, ne ha per il settore automobilistico, con lo stabilimento FCA di Termoli cui è stata rilasciata dalla sede di Campobasso, a inizio 2018, un’autorizzazione doganale di durata pluriennale dall’enorme valore economico per la temporanea importazione di componenti per motori da lavorare nella città adriatica per vetture di alta gamma”.

“Per scongiurare tutto ciò – conclude il portavoce al Senato del MoVimento – nella nota inviata al Sottosegretario ho chiesto di rivedere la distribuzione delle posizioni organizzative sul territorio, assicurando almeno una di esse anche alle città capoluogo delle piccole regioni, che, come nel caso di Campobasso e del Molise tutto, ospitano eccellenze produttive meritevoli di essere salvaguardate con la presenza di servizi istituzionali adeguati ed efficienti”.