di Pietro Tonti

Chi lo chiama prezzemolino, chi lo identifica come il Garibaldi moderno innamorato di tutte le guerre, chi semplicemente Emilio, certamente come una enorme zanzara aculeata dà fastidio a chi lo vede sposare tutte le cause, soprattutto infastidisce i poteri forti, ma lui è lì, in ogni dove in cui vi sia la necessità della contestazione.

Volente o nolente Emilio Izzo è diventato il guru della protesta popolare, il “Che Guevara” del Molise. Non vi è battaglia per i diritti che non lo veda in prima linea per perorare le cause più disparate, del passato e del presente. Dalla lotta ad affermare il paleolitico ad Isernia, ai Cantonieri della provincia; dalle pale eoliche invasive, a termovalorizzatori inquinanti; dalle strisce blu incoerenti con la realtà urbana di Isernia, alla sanità nel suo complesso distruttivo della legge Balduzzi per il Molise, ma non solo.

Izzo è diventato a furor di popolo il trascinatore di eventi popolari, quali la tavolata più grande mai registrata nel Molise sotto l’egida di “Magnastoria”e, di giorno in giorno rilancia, come fosse un giocatore di poker che sa di avere le carte vincenti. Fine anno “Brindisernia” e via con un altro evento di massa per il 2020. C’è chi dai risultati degli eventi lo consiglia di dedicarsi solo alle manifestazioni aggreganti popolari dove è il leader assoluto oramai.

Ma la sua natura è la protesta, caparbietà di spirito ed emozioni forti, tanto da farlo stare male al culmine di alcune manifestazioni a cui non si è sottratto mai pur di rimetterci anche la salute. Potrebbe essere un individuo oggetto di studio nel cercare di comprende le sue motivazioni profonde.

Qualora ce ne fosse la necessità di capire l’Io izziano, dovremmo far ricorso all’Io freudiano collegandolo all’illusione della perfezione narcisistica della prima infanzia, quando il bambino si rende conto di non essere in grado di corrispondere a tale modello perfetto e tenta di recuperarlo appunto come ideale.  «Ciò che egli proietta davanti a lui come ideale è il sostituto per il perduto narcisismo della sua infanzia in cui egli era il suo ideale». Tale narcisismo si ritroverebbe in Izzo nell’età adulta come valore sempre alla ricerca dell’affermazione del bene comune, della gratificazione di una battaglia vinta, che nell’inconscio recondito  è la sua affermazione narcisistica.

Ponendo da parte le motivazioni psicologiche, più o meno condivisibili, ma nei fatti assolutamente inutili, quella che si appresta a condividere con i molisani domani Emilio Izzo, ha il sapore di una spedizione dei mille di garibaldina memoria, da Quarto a Marsala del passato alla Isernia/Roma Piazza Montecitorio di domani, per portare la protesta dei molisani su una sanità ridotta a brandelli per le colpe della politica del passato e del presente.

Si spera saranno tanti i garibaldini molisani a far valere la loro presenza davanti al palazzo del potere governativo, non importa se si rivelerà iniqua, in quanto tutto parrebbe già deciso a monte per la sanità molisana; non importa che i sindaci uniti hanno fatto voti affinchè il Governo ponga nelle mani del Presidente Toma la sanità quale commissario ad acta per il rientro del disavanzo sanitario e non saranno presenti; non importa che in tanti che hanno animato le proteste contro la chiusura degli ospedali nel passato non ci saranno; non importa la mancata presenza  della politica racchiusa nella sua “turris eburnea”. L’importante è che ci siano i molisani. Fino a quando quel barlume di speranza sarà ancora acceso per difendere il primo bene, la salute dei cittadini, è giusto esserci, farsi sentire, protestare e dimostrare tutto il dissenso del nostro popolo verso la legge dei numeri che prevede solo un ospedale per tutta la regione.

Emilio Izzo, il Garibaldi molisano sarà lì alla guida dei mille, portavoce di tutti, al di sopra della politica, al di sopra degli inciuci di palazzo e delle critiche. Il vero Garibaldi affermava: “Esordire con fermezza è già metà della battaglia.”