di Pietro Tonti
Puglia, Campania e Veneto confermano un trend ormai consolidato: più della metà degli elettori resta a casa.
Alle regionali si registra infatti un dato allarmante: il 60% degli aventi diritto non ha votato. Un segnale forte, che va oltre i risultati delle singole competizioni e racconta una distanza crescente tra cittadini e politica.
Sfiducia profonda: “La politica non ci rappresenta più”
Le ragioni dell’astensione appaiono chiare nei commenti raccolti all’indomani dell’apertura delle urne.
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lavoro precario e salari fermi;
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carovita e bollette elevate;
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politica percepita come distante, impegnata più in alleanze e strategie che in problemi reali;
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scelte internazionali — come il continuo supporto all’Ucraina nella guerra contro la Russia — ritenute da molti “incongrue rispetto alle priorità interne”.
Il sentimento dominante è quello di una sfiducia generalizzata verso istituzioni e partiti, spesso accusati di autoreferenzialità e incapacità di migliorare concretamente la vita quotidiana degli italiani.
Il peso del ceto medio in crisi
Il ceto medio, storicamente motore economico e sociale del Paese, vive una fase di forte compressione.
Stipendi fermi da oltre dieci anni, costo della vita in crescita vertiginosa e servizi pubblici indeboliti portano molti cittadini a sentirsi trascurati dalle politiche nazionali.
“In queste condizioni — spiegano alcuni analisti — la gente non crede più che il voto possa cambiare le cose”.
Il confronto con la Spagna
Nel dibattito pubblico emerge spesso il paragone con la Spagna, che negli ultimi anni ha:
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aumentato il salario minimo più volte;
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registrato crescita economica sopra la media europea;
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ridotto o eliminato pedaggi autostradali;
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abolito il bollo auto in molte regioni;
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alleggerito la pressione fiscale sulle famiglie.
Una differenza che evidenzia come l’Unione Europea proceda a più velocità e come l’Italia si trovi tra i Paesi dove il carico fiscale e burocratico resta più pesante.
Astensionismo come protesta silenziosa
Il non voto diventa così una forma di protesta: un modo per dire che il sistema politico non funziona, non ascolta e non interpreta i bisogni della popolazione.
L’astensionismo, ormai in crescita costante da anni, rischia di trasformarsi nella “nuova normalità”, minando la tenuta democratica.
Serve una politica che torni a parlare ai cittadini
Invertire la tendenza è possibile, ma richiede un cambio di passo:
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politiche sul lavoro più incisive;
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interventi sul costo dell’energia;
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sostegno reale al potere d’acquisto;
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riduzione della burocrazia e del peso fiscale;
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investimenti su welfare, sanità e istruzione;
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un ritorno alla politica concreta, trasparente e vicina ai bisogni delle persone.
Solo così si potrà ricostruire un rapporto di fiducia e riportare gli italiani al voto.







