Di Pietro Tonti
Le elezioni comunali di Isernia rappresentano per i partiti e i vertici ad essi legati, l’ultimo baluardo, per gettare le basi di posizionamenti fondamentali per le elezioni regionali e politiche, le quali se si andrà a scadenza naturale, si avranno nel 2023.
Due anni ancora e le uniche elezioni amministrative di rilievo in regione si avranno ad Ottobre, dopo Termoli e Campobasso. Un appuntamento che tutti, sia centro destra che centro sinistra vedono come obiettivo fondamentale per aprire dialoghi verticistici con i riferimenti romani pur di muovere i passi sullo scacchiere politico e non farsi trovare impreparati tra due anni.
C’è da chiedersi, cosa importa realmente ai vertici dei partiti la città di Isernia e il suo futuro, possiamo affermare: “le sorti di Isernia sono marginali, conteranno gli accordi romani per il futuro”.
Nei prossimi giorni è previsto un altro incontro romano dei vertici del centro destra, dove verranno rimarcati i concetti iniziali di spartizione, vale a dire, la scelta del sindaco per il centro destra toccherebbe a Fratelli D’Italia, gruppo emergente più numeroso, ma anche più litigioso, dove il vertice si stenta a comprendere chi sia e quali pesi possa avere all’interno dello stesso partito della Meloni.
Iorio su Isernia, gode di un ottimo consenso consolidato negli anni, ma se afferma che il candidato sindaco può essere scelto anche da altri partiti e aggregazioni di una eventuale cordata, ecco che viene smentito da altri militanti, magari non di vertice e con ruoli minoritari. Insomma, un partito in cui manca il confronto interno e ognuno è arroccato sul suo personale consenso, tra tanti galli non si fa mai mattina.
Le note vicende regionali di una maggioranza divisa tra la stessa Forza Italia e Fratelli D’Italia in seno al Consiglio regionale, come inciderà sulle elezioni pentre?
Incontri informali si terranno anche nei prossimi giorni a Isernia, dopo il primo che ha visto sei big tra consiglieri e assessori regionali riunirsi la settimana scorsa con buone intenzioni di rilancio della città che potrebbero venir meno, se non collimano con gli interessi dei singoli vertici, qualora chi fa politica attiva non trovi riferimenti di continuità per le loro prossime candidature regionali e parlamentari.
In mezzo a questo agone già dai toni esasperati, considerati a cattiva ragione marginali, vi sono i cittadini elettori, lontani anni luce dalla politica, i quali vorrebbero solo che chi si appresta a scendere in campo, si prodighi solo affinchè le cose funzionino al meglio nella loro città di riferimento Di accordi romani o di futuro personale per i singoli, non ne vogliono sentir parlare: come dargli torto.
Emerge prepotentemente l’unica figura che potrebbe mettere tutti d’accordo ed essere garante di cittadini e partiti, quella di Gabriele Melogli, già negli anni ha dimostrato di saper amministrare e sulla sua figura ci sono molte luci e pochissime ombre.