Per l’Italia, sul costo dell’elettricità per le famiglie pari complessivamente a quasi 250 euro per megawattora, il costo dell’energia è 100, mentre i restanti circa 150 euro sono costituiti per un terzo (50 euro) dai costi di rete, e per due terzi (quasi 100 euro) da tasse e Iva (circa 50 euro), rinnovabili e cogenerazione (altri 50). A pagare di più delle famiglie italiane, solo quelle danesi (oltre 300 euro/kilowattora) e tedesche (quasi 300). I nuclei famigliari italiani a basso reddito, però, sebbene si trovi proporzionalmente a pagare più del doppio di quelli ad alto reddito (7,1% contro 3,2%), sono ancora tra i più ‘fortunati’ d’Europa (al nono posto per impatto più basso) in quanto la media Ue è dell’8,6% (contro il 4,3% per i più ricchi). Sul fronte delle imprese, quelle italiane con quasi 150 euro per megawattora sono quelle che pagano di più tra i 28 per l’elettricità. Oltre la metà del prezzo è costituito dalla componente non energetica (quella energetica è di 70 euro), pari a quasi 80 euro, di cui quasi 20 per i costi di rete, e rispettivamente circa 10 per tasse e imposte e 50 per rinnovabili e cogenerazione. A livello Ue la tendenza mostra in generale un aumento dei prezzi leggermente più contenuto rispetto a quello sperimentato dalle famiglie, con un calo della componente energetica del 2,8% l’anno tra 2008 e 2015, ma con un aumento annuo del 3,2% dei costi di rete e soprattutto dal 12% al 32% per tasse e tributi. Portando a pagare di fatto, nella media Ue, le imprese 34 euro per megawattora e le famiglie 79.
Le bollette dell’elettricità italiane, sia per le imprese che per le famiglie, sono tra le più care d’Europa, rispettivamente la prima e la terza più salate. A pesare, per quasi i due terzi non è il costo dell’energia in sé ma, soprattutto, imposte, oneri di sistema e accesso alla rete. Le fasce più deboli italiane, però, nonostante la loro spesa energetica sia proporzionalmente quasi il doppio rispetto a quella delle fasce più agiate, sono tra quelle su cui l’impatto dei prezzi resta tra i più bassi, sotto la media Ue. E’ quanto emerge dal rapporto della Commissione europea sui prezzi dell’energia, che identifica per l’intera Ue un trend di aumento dei prezzi al dettaglio per le famiglie (+3,2% ogni anno tra 2008 e 2015) nonostante un calo di quelli all’ingrosso, dovuto appunto, come nel caso italiano, non a un aumento della componente energetica (calata del 15%) ma di quella di tasse e tributi (salita da 28% a 38%) e, in parte, di quella per la rete (+3,3% l’anno).
Fonte (ANSA).