CAMPOBASSO. Ancora un rinvio per l’approvazione della proposta di legge di istituzione dell’Egam, l’ente che dovrebbe occuparsi della gestione delle risorse idriche molisane.
Il Consiglio regionale, infatti, è stato aggiornato a giovedì Santo, 13 aprile. Il punto centrale resta sempre quello legato al timore di una possibile privatizzazione del sistema. Anche se, alcune modifiche apportate sembrano dirette alla costituzione di una società in house.
Nei giorni passati, tra l’altro, era stato il presidente del Consiglio regionale, Vincenzo Cotugno, a cercare una mediazione tra le forze politiche per evitare possibili spaccature e frammentazioni che avrebbero fatto il gioco di altri.
“L’acqua molisana è e rimarrà pubblica. Governo regionale, Conferenza dei Capigruppo e Consiglio a lavoro per fare una sintesi delle varie proposte.
Ma siamo tutti d’accordo che la gestione rimanga pubblica. Al di là delle polemiche, acceleriamo i tempi. Se interviene il Governo si andrà verso un bando di gara che aprirà le porte ai privati.
Mai!”. Dinanzi i cancelli del Consiglio regionale, ancora una volta, i Sindaci dei comuni che hanno impugnato al Tar la prima delibera della Giunta regionale. Tra questi, il sindaco di Campodipietra, Peppe Notartomaso.
“Il primo obiettivo da raggiungere – le osservazioni di Notartomaso – è di evitare, per legge, la privatizzazione dell’acqua e delle fonti che devono appartenere alla comunità molisana senza se e senza ma, così come è altrettanto importante è che la gestione del servizio idrico resti in mano ai comuni.
Il modello gestionale che si sta tentando di imporre ha prodotto il progressivo aumento tariffario aggravato dalle inefficienze del servizio a cui si aggiungono le vessazioni che gravano sulle spalle degli utenti”.
Lo stesso Sindaco, a nome degli altri, ha espresso la volontà di volere continuare la battaglia. “Malgrado il pronunciamento del Tar restiamo vigili a tutela dei cittadini e dell’acqua pubblica, anche perché vogliamo contrastare l’avverarsi di un esperimento come in Italia ce ne sono tanti.
Non è necessario aderire all’Egam per essere virtuosi, nel mio comune non tocchiamo il costo dell’acqua dal 1990, malgrado gli investimenti fatti, che ci hanno consentiti di passare dal 60 al 20% di sprechi lungo la condotta. Abbiamo visto – ha concluso – cosa succede quanto i servizi vengono gestiti su area vasta e da soggetti terzi, con il cittadino che ha difficoltà ad avere riconosciuto un diritto o a vedersi risolto un disservizio in tempi ragionevoli”. Fonte (La Gazzetta molisana)