Dalla madre di un 16enne di Venafro, che per legge doveva sottoporsi ad un richiamo obbligatorio di vaccino quale studente ed anche per evitare sanzioni amministrative nient’affatto di poca entità, arriva una dura ed esplicita testimonianza circa la disorganizzazione e l’incompetenza riscontrate presso la Usl di Venafro, ed esattamente all’ospedale SS Rosario, dove madre e figlio si erano recati per ottemperare all’obbligo di legge e vaccinare il minore.

Ecco quanto scrive la signora, che chiameremo Maria, nome di fantasia : “Confido nell’interessamento dei media molisani -attacca la donna- perché si metta in risalto l’ennesimo episodio negativo della sanità pubblica molisana, in particolare quella che riguarda i cittadini isernini e venafrani, costretti quotidianamente ad impattare con la scarsa organizzazione e soprattutto con la mancanza di volontà degli addetti ai lavori perché le cose possano andare in modo diverso e migliore. In effetti, l’incompetenza di chi gestisce tali strutture è tale da creare disservizio e disagi all’intera comunità”.

La signora entra quindi nel merito della vicenda capitata a lei ed al figlio : “Sono madre di un ragazzo di 16 anni il quale in base alle nuove normative di legge doveva sottoporsi a un richiamo obbligatorio di vaccino essendo uno studente. Sono stata contattata telefonicamente e senza avviso scritto dall’Usl di Venafro, che mi informava che mio figlio doveva sottoporsi a vaccinazione obbligatoria, in mancanza della quale sarei andata incontro a sanzione amministrativa, prevista per chi non ottempera a tale obbligo. Via telefono mi si diceva che per sottoporre mio figlio alla vaccinazione era possibile andare, senza prenotazione, il martedì mattina o il giovedì pomeriggio al secondo piano del nuovo SS Rosario di Venafro.

A questo punto mi è piaciuto scattare ed allegare una foto, a corredo di quanto espongo, del terzo tentativo di sottoporre mio figlio a vaccinazione ! In effetti c’erano sempre un caos ed una ressa indescrivibile nei corridoi ospedalieri venafrani, per cui anche al terzo tentativo e dopo un’inutile attesa di quattro ore sono stata costretta ad andare via senza poter ottemperare alla vaccinazione di mio figlio e quindi all’obbligo di legge, col rischio tra l’altro di dover subire anche una consistente multa. Da quanto esposto, emerge chiaro il disagio dei cittadini per un servizio assolutamente da rivedere. Chiedo, quale madre ed utente, che si metta in risalto l’intera problematica, sperando che le cose cambino nell’interesse di tutti”.

Tonino Atella