Risposta all’intervento della dott.ssa Tina de Michele, Presidente della Consulta sulle
disabilità del Comune di Termoli.
Le dichiarazioni rese dalla dott.ssa Tina de Michele, Presidente della Consulta sulle disabilità del Comune di Termoli, offrono l’opportunità per esprimere il mio pensiero circa le ragioni che hanno finora determinato delle criticità nell’attuazione, sul territorio regionale, delle misure intraprese per
il “Dopo di Noi”.
La Regione Molise, con determinazione del direttore generale per la salute del 27 luglio 2017 n.329 e con deliberazione di giunta regionale del 30 giugno 2018 n.312, ha approvato due avvisi pubblici per la selezione di progetti per il “Dopo di Noi”. Entrambe le iniziative consentono, coerentemente con i principi fissati dalla legge 112 del 2016, di promuovere percorsi di vita autonoma a favore delle persone con disabilità senza supporto familiare. L’obiettivo è quello di consentire ai disabili privi di entrambi i genitori o con genitori che non sono in condizione di assicurare un necessario sostegno, di operare scelte di vita autonoma. Le azioni programmate permetteranno, nella prima fase, un accompagnamento nel percorso di accrescimento della consapevolezza e, successivamente,
la costruzione del progetto di vita vero e proprio.
La Regione Molise è stata una delle prime a programmare gli interventi per il “Dopo di Noi” e il modello adottato dalla nostra regione è stato ampiamente apprezzato a livello nazionale nonché condiviso da altre realtà regionali. Al momento abbiamo riconosciuto finanziamenti per due progetti che hanno interessato altrettanti ragazzi mentre un altro progetto è, attualmente, in fase di definizione. È certamente un risultato insoddisfacente ma ritengo che ciò sia anche il frutto di una inconsapevolezza riguardo alle reali possibilità che hanno i giovani, anche quelli con importanti disabilità possano, di vivere in autonomia affrancandosi, come i loro coetanei, dalla dipendenza
della famiglia di origine. Sono scelte importanti e coraggiose a cui i giovani con disabilità, assieme ai loro familiari, devono essere preparati. A tal fine ritengo perciò indispensabile, anche in vista di una futura programmazione, l’apporto dei servizi sociali degli enti locali e delle associazioni di volontariato impegnate nel settore della disabilità.
Le difficoltà evidenziate nella nostra regione sono state rilevate anche nelle altre realtà regionali per cui, in qualità di Coordinatore della Commissione Politiche Sociali, ho inteso programmare, il prossimo 20 marzo, un incontro tra le Regioni e il Ministero del Lavoro al fine di confrontarci sulle buone pratiche poste in essere e per concordare correttivi alle modalità gestionali previste per l’attuazione della legge 112/2016.
L’Ambito Territoriale Sociale di Termoli è stato scelto, grazie alle assegnazioni ministeriali riferite ai fondi 2013 e 2014, per sperimentare un modello di intervento in materia di vita indipendente e inclusione nella società delle persone con disabilità proprio perché, nel territorio, è registrata la presenza di associazioni di volontariato interessate a questa materia. I tempi eccessivamente lunghi per la realizzazione dell’intervento (primariamente causati dalle difficoltà collegate al nuovo assetto
organizzativo dell’Ambito Territoriale Sociale conseguente al dissesto finanziario del Comune capofila nonché dalla circostanza che la sperimentazione della seconda annualità è seguita ad una prima che si è conclusa oltre i termini previsti) hanno reso perenti i fondi non ancora trasferiti dal Ministero. È un mio impegno adoperarmi affinché le persone che ancora sono in attesa di ricevere i contributi relativi al saldo siano rimborsati con fondi rinvenienti dal bilancio regionale. Colgo dunque l’occasione per ringraziare la dott.ssa Tina de Michele per il suo manifestato interesse che ci ha consentito di fare chiarezza sul “Dopo di Noi” che rappresenta, nell’ambito delle possibilità assistenziali previste dalla programmazione regionale in favore dei disabili, quella che meglio coniuga il bisogno assistenziale con il diritto a una propria autonomia. Confido pertanto in
una proficua collaborazione che possa contribuire, in futuro, a individuare percorsi assistenziali vicini ai bisogni della popolazione assistita.
Luigi Mazzuto