Ne abbiamo discusso durante l’incontro con Michele Iorio a Isernia lo scorso 18 settembre. Siamo tornate a ribadirlo nell’ultima riunione: il Molise ha bisogno di una riforma elettorale ma le proposte al vaglio del Consiglio non rispecchiano le esigenze dei territori.

Una legge elettorale non può essere cucita su misura a seconda degli interessi dei governi uscenti perché, generalmente, i politici passano ma una legge resta in vigore. La riforma della legge elettorale deve essere tarata sulle esigenze dei territori e la provincia di Isernia ha il diritto di avere la rappresentanza dovuta parametrata al numero dei residenti all’interno dell’assise legislativa. Riteniamo dunque che, se da un lato tre collegi ridurrebbero la regione ad una sorta di elezione di quartiere, il collegio unico al contrario non permetterebbe ai rappresentanti della Provincia di Isernia di poter competere vista la sproporzione rispetto al territorio della provincia di Campobasso. Quindi sì a due collegi di Campobasso e Isernia.

Ovviamente non può mancare, in tale riforma, il voto di genere per riequilibrare le rappresentanze di genere all’interno del Consiglio regionale che da molti può essere visto come un escamotage per rispondere alla sotto rappresentazione delle donne nelle istituzioni pubbliche ma in realtà è una necessità che nasce dalla mancanza di cultura di valorizzare le donne in un settore rinomatamente chiuso e maschilista. La speranza è che questa opportunità porti in politica un maggior numero di donne che abbiano così modo di dimostrare che sanno lavorare come e, forse, meglio degli uomini fino a far diventare normalità la presenza del genere femminile nelle istituzioni.

Ultimo punto da dover affrontare, il più importante, è l’eliminazione del voto disgiunto. Inaccettabile. La stessa Costituzione italiana mostra una chiara preferenza per l’elezione diretta. Non si può accettare il voto congiunto e lasciare poi che il presidente della Giunta regionale non risponda ai suoi consiglieri per ogni suo atto dal momento che viene eletto al traino dei voti dei candidati alla carica di consigliere. Eliminare il voto disgiunto sarebbe una limitazione dell’elezione del presidente a suffragio universale.

Concordiamo invece sull’eliminazione del listino maggioritario anche se, a livello nazionale, con le così dette liste bloccate, si va in tutt’altra direzione.

Si spera che i consiglieri regionali tengano conto delle esigenze che provengono dal di fuori del palazzo e diano vita ad una riforma condivisa dentro e fuori l’istituzione.

In rappresentanza del

Comitato “Donne e Politica”