di Domenico Angelone
Mentre i progetti per il turismo nel Molise assumono valenza e si lavora per dare stimolo alla filiera, d’altro canto nella questione viabilità si mina quanto già di buono esiste per il turismo in maniera assolutamente contraria si impongono lavori assurdi in piena stagione estiva, tanto da limitare la vita dei cittadini e degli automobilisti in transito su una delle arterie più trafficata per raggiungere l’Adriatico: la Trignina.
Ieri giornata apocalittica per chi avrebbe voluto trascorrere una bella giornata al mare per poi far ritorno ai propri paesi e città nel Molise. Tutto bene, bella giornata di sole estivo, fino a quando nel pomeriggio dalla costiera Adriatica i molisani hanno deciso di tornare a casa.
Tra Tufillo e Dogliola, sulla strada statale 650 Fondo Valle Trigno un cantiere aperto e un semaforo non controllato in base al flusso veicolare, ma a tempo, ha costretto ancora una volta gli automobilisti ad una via crucis assurda e impensabile nell’era moderna.
Chilometri e chilometri di coda solo in direzione Isernia, mentre dall’altra corsia quando il semaforo era in rosso, in direzione Vasto / San Salvo transitavano al massimo due veicoli nei cinque minuti concessi ad ogni senso di marcia.
Ieri pomeriggio fino a tarda serata per percorrere gli ottanta chilometri che dividono San Salvo da Isernia sono state necessarie due ore e trenta, impensabile in un paese civile e che mira allo sviluppo.
Un cantiere sulla Trignina, che riferiscono gli automobilisti, è aperto da settimane su una delle arterie principali dove occorrerebbe solerzia nell’ultimazione, come avvenne nell’era Di Pietro con il ponte crollato sulla stessa strada, ricostruito in soli tre giorni, ma oramai siamo allo sbando totale.
In Giappone nel terremoto di Osaka di magnitudo 9 nel 2011, la Nexco, sul suo sito, spiegava che su 20 differenti strade e autostrade, circa 813 chilometri su 870 danneggiati dal terremoto, in soli sei giorni erano state già riaperte al traffico veicolare tutte le strade.
Quando si posa il pensiero sui fenomeni giapponesi e poi ci caliamo nella nostra realtà inqualificabile, ci rendiamo conto che anche il buon senso si perde in meandri oscuri.
Ieri sarebbe bastata la presenza di un operatore al semaforo che avrebbe dovuto, in base al traffico, aumentare il tempo del verde in direzione Isernia, come è noto da sempre, di domenica, migliaia di molisani di rientro, danno vita ad un serpentone chilometrico di auto.
In questo modo si sarebbe evitato un blocco inutile e castrante per quanti pretendevano a giusta ragione di giungere alle loro residenze nei tre quarti d’ora d’obbligo, quando il traffico è elevato.
Ora visto che siamo in piena stagione. Cittadini e automobilisti chiedono all’Assessore ai trasporti Vincenzo Niro, di intervenire sulla questione, appurando le responsabilità abruzzesi del cantiere con solerzia, per evitare un’altra domenica di frustrazione ai molisani.
I lavori da calende greche devono essere evitati, ne va del rispetto dei cittadini e il mantenimento di quella giusta valvola di sfogo che è rappresentata dal turismo degli stabilimenti balneari in estate.
I lavori devono necessariamente essere consegnati al più presto anche con tripli turni su una strada ad alta densità di traffico, cose elementari che parrebbero non interessare chi dovrebbe garantire la normalità sulle nostre arterie.