di Pietro Tonti
Una storia di sofferenza, assistenza familiare e burocrazia che non risponde. È quella di una donna disabile di Bojano, affetta da gravi patologie e seguita per anni dalla sorella, che ha ricevuto fino al 2023 il contributo di 500 euro mensili previsto dal fondo regionale destinato ai Caregiver familiari.
Nel gennaio 2024, come negli anni precedenti, la famiglia presenta regolare domanda per accedere al sostegno previsto dalla Sanità molisana. Tuttavia, a differenza del passato, qualcosa si inceppa.
Il peggioramento delle condizioni di salute e la tragedia
La donna, già interessata da un quadro clinico complesso, viene colpita anche da un glioblastoma particolarmente aggressivo. Le sue condizioni precipitano rapidamente:
– ricovero il 2 luglio 2024,
– decesso il 6 agosto 2024.
In tutto questo periodo, riferisce la sorella, non sarebbe mai stata effettuata alcuna visita domiciliare da parte dell’U.V.M. – l’Unità di Valutazione Multidisciplinare, organo deputato alla verifica e alla presa in carico dei casi di disabilità grave secondo la normativa socio-sanitaria vigente.
La versione della famiglia
I familiari sottolineano che, da gennaio a giugno 2024, la donna è stata assistita quotidianamente e che nessuna valutazione è stata eseguita. Negli anni precedenti, invece, l’U.V.M. aveva effettuato regolarmente i sopralluoghi domiciliari per confermare il sostegno economico.
«Se nessuno si è presentato per valutare le condizioni della disabile – si chiedono oggi i familiari – come è possibile che il contributo non sia stato riconosciuto?»
La posizione della dirigenza
Da interlocuzioni con la dirigenza sanitaria, emergono spiegazioni tecniche legate alle procedure: per il programma FNA 2022/2024, sarebbe stata applicata la SVaMa per gli anziani e la SVaMDi per i disabili gravi e gravissimi, con punteggi e criteri differenti.
Una risposta che, tuttavia, secondo la famiglia, non chiarirebbe l’aspetto principale: l’assenza della valutazione domiciliare, condizione indispensabile per definire il punteggio e accedere ai fondi.
Una domanda che resta aperta
Il nodo centrale, dunque, riguarda il motivo per cui l’U.V.M. non avrebbe effettuato la visita domiciliare.
Si è trattato di un disguido? Di un ritardo? Di una mancata comunicazione?
Oppure si può ipotizzare una forma di negligenza amministrativa?
Domande legittime, soprattutto alla luce del fatto che l’Asrem sapeva che la donna era viva, in cura e assistita fino al ricovero di luglio.
Contributi esauriti: la battaglia legale
Con la pubblicazione delle graduatorie e l’assegnazione definitiva dei fondi 2024, per la famiglia non resta che una strada: valutare azioni legali per rivendicare quello che ritengono un diritto negato, “celato dietro norme e procedure che – sostengono – non giustificano ciò che appare come un’ingiustizia sanitaria”.
Un caso che interroga il sistema
La vicenda di Bojano apre una riflessione più ampia sul mondo della disabilità in Molise, sulla tempestività delle risposte delle istituzioni e sulla fragilità di chi, oltre a combattere contro malattie gravissime, deve affrontare anche il labirinto della burocrazia.
Il caso è destinato a far discutere. E a chiedere chiarezza.







