Il commento dei ricercatori dell’istituto di ricerca molisano: il segreto del modello mediterraneo sta nella varietà degli alimenti e nella moderazione

 

Ha suscitato un polverone mediatico la notizia secondo la quale l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) starebbe per mettere all’indice alcune eccellenze alimentari italiane, accusate di contribuire alla pandemia di obesità e al conseguente rischio di patologie croniche, le cosiddette malattie non trasmissibili, come infarto cardiaco e ictus cerebrale.

Il j’accuse dell’OMS – secondo molti articoli di stampa – colpirebbe in particolare prosciutto crudo, parmigiano e perfino l’olio d’oliva, che potrebbero finire nell’occhio del ciclone qualora gli organismi internazionali decidessero di raccomandare sovrattasse ed etichettatura a semaforo per avvertire i consumatori sul contenuto in sale e grassi saturi di questi prodotti alimentari. Per sillogismi approssimativi, la stampa e altri media hanno parlato subito di attacco alla Dieta Mediterranea. Nessuno ha menzionato le quantità dei prodotti da consumare prima di riceverne un danno alla salute.

 

A chiarire i termini di una questione che appare piuttosto come una bufala o fake-news, sono intervenuti i ricercatori del Dipartimento di Epidemiologia e Prevenzione dell’I.R.C.C.S. Neuromed di Pozzilli, in Molise, che ha condotto alcuni tra i principali studi epidemiologici in materia di alimentazione e salute.

 

“L’equivoco nasce da una conoscenza approssimativa della Dieta Mediterranea- spiega Marialaura Bonaccio, autrice di numerosi studi sugli effetti benefici della Dieta Mediterranea nella prevenzione delle malattie cardiovascolari – Con questo termine intendiamo infatti un modello alimentare comune a tutti i Paesi dell’area mediterranea, mentre i non addetti ai lavori spesso tendono a identificarla con alcune eccellenze agroalimentari italiane che pure ne fanno parte, ma di certo non ne rappresentano l’unica peculiarità. Prendiamo ad esempio i due principali alimenti che sarebbero stati messi sotto accusa per via del loro alto contenuto di sale: il prosciutto crudo e il parmigiano. Sono due alimenti molto diffusi nel nostro Paese, sicuramente di ottima qualità, che dovrebbero essere consumati in quantità moderate, proprio perché contengono sale e grassi saturi. Non dimentichiamo che la Dieta Mediterranea tradizionale non a caso prevede un consumo molto ridotto di carne, salumi e formaggi stagionati, privilegiando invece alimenti vegetali e pesce”.

 

“Diverso è il discorso sull’olio di oliva, che rappresenta la principale fonte di grassi nell’alimentazione mediterranea e andrebbe consumato regolarmente ogni giorno – aggiunge Licia Iacoviello, Capo del Laboratorio di epidemiologia molecolare e nutrizionale di Neuromed e Professore di Salute Pubblica presso l’Università dell’Insubria a Varese – Diversi studi epidemiologici lo identificano come l’alimento principe della Dieta Mediterranea che è il modello alimentare tipico dei Paesi in cui si coltiva l’olivo. L’olio extravergine di oliva contiene grassi ‘buoni’, come quelli monoinsaturi, e negli ultimi anni è stato protagonista del primo studio nell’uomo di prevenzione cardiovascolare, dimostrandosi un alimento irrinunciabile per la salute. Chiaramente anche qui la parola chiave è moderazione, così come lo è per tutti gli alimenti, vino in particolare”.

 

“Per evitare allarmismi – commenta Bonaccio – è necessario aumentare le conoscenze alimentari per evitare i pericoli di un’informazione veicolata da guru improvvisati. Come non esiste l’alimento salvavita, così non esiste cibo dannoso in assoluto. Il segreto per una sana alimentazione è consumare tutto in maniera equilibrata, rispettando quantità e frequenze, così come descritte dalla piramide alimentare mediterranea. In questa trovano certamente posto anche i formaggi, collocati nella parte medio-alta della piramide e il prosciutto e gli altri insaccati, posizionati come cibi da consumare non più di qualche volta al mese.

 

“Ricordiamoci però che la Dieta Mediterranea non è una lista della spesa da portare al supermercato – conclude Giovanni de Gaetano, Direttore del Dipartimento di Epidemiologia e Prevenzione dell’IRCCS Neuromed – È una tradizione millenaria fatta non solo da un insieme ben integrato di alimenti, ma anche da una serie di comportamenti a tavola e non solo. A cominciare da come si combinano i cibi. Legumi con la pasta o la verdura, carne (poca, preferibilmente bianca) o pesce accompagnati da verdura e seguiti da frutta di stagione e accompagnati da un buon bicchiere di vino. Tutto sempre condito con olio extravergine di oliva.  La Dieta Mediterranea è uno stile di vita, improntato alla convivialità, un modo ben preciso di rapportarsi al cibo e al senso della vita ed è proprio questo che ha garantito lunga vita ai popoli del Mediterraneo, almeno fino ad oggi”.

 

 

 

 

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